Tarocchi: il mazzo personale

Per me ho scelto i "Tarocchi di Durer". Voglio un gran bene a queste carte

Nella mia famiglia siamo sempre stati un po' strani. Nonna sosteneva di fare scrittura automatica, mamma leggeva le carte, lo zio dice di essere un medium. E pure io mi sono dato ai tarocchi... devo dire con buoni risultati.

Quindi, penso che periodicamente terrò una piccola rubrica con le mie interpretazioni personali di vari casi. Non sarà troppo frequente, visto che non mi piace abusarne, ma tant'è.

Ma veniamo all'argomento di stasera.
Si, vi parlo di tarocchi... ma in particolare dei primi passi da seguire, se c'è qualcuno interessato ad iniziare.
Premetto che c'è chi ci crede davvero, chi invece lo prende come un gioco. Io, pur avendo un profondo rispetto per le mie carte (viste alcune letture che ho fatto non propriamente piacevoli, di cui forse parlerò in futuro...ma si tratta di cose strettamente personali), ci tengo sempre a sottolineare l'aspetto ludico del "fare le carte".
Del resto, il termine "tarocco" ("tarot" e "tarock" in Francia e Germania) è il nome di un antico gioco di carte, all'epoca molto popolare nelle fiere di paese.
Quindi, in fondo è un gioco. Da rispettare, ma pur sempre un gioco. E vi dico da subito che per quanto spesso le carte vedano giusto, offrono sempre un futuro probabile, ma mai certo. Spesso avvisano, e sta al richiedente decidere come agire di conseguenza. Spesso ci si fa condizionare a tal punto da agire in un certo modo perché si è convinti che le cose debbano andare così.
I tarocchi, come tutte le pratiche di previsione del futuro, hanno il potere subdolo di condizionare il nostro inconscio, spingendoci ad agire in una determinata maniera.

Personalmente, se ho di fronte una persona che vedo emotivamente troppo presa dal gioco, che conosco poco o che al contrario so essere particolarmente emotiva, cerco sempre di "neutralizzare", per quanto possibile, la predizione, soprattutto se eccessivamente negativa. Mai mentendo, ma ammetto che a volte "indoro la pillola".
Non voglio scatenare ansie e dubbi in nessuno e non penso di avere il diritto di condizionare pesantemente, anche a livello inconscio, chicchessia.

Ma torniamo a noi. Volete iniziare a leggere i tarocchi? Bene, la prima cosa che vi serve è un mazzo di carte. BANANA, direte voi, ma la cosa non è così immediata.
I tarocchi comunicano prima di tutto a livello visivo, quindi è importante scegliere un mazzo che ci riesca di facile interpretazione e nel quale ci rispecchiamo. Insomma, prima di tutto le carte devono piacerci (così anche voi piacerete a loro).
Deve essere un piacere maneggiarle, guardarle, comunicare con loro.
A questo proposito c'è una vastissima scelta di mazzi, da quelli classici alle più svariate interpretazioni: troverete mazzi a tema fantasy, gotico, storico, perfino erotico, e il prezzo oscilla tra i 10 e i 20 bleuri. Non ha importanza quale sceglierete.
Ricordate che il vostro mazzo sarà una cosa assolutamente personale, quindi non fatelo toccare a terzi, se non per il rituale di lettura, che spesso prevede di tagliare il mazzo.
Non usate mai queste carte per giocare, anche se oltre ai ventidue Arcani Maggiori (la luna, il matto, la morte eccetera), troverete anche i cinquantasei Arcani Minori, che altro non sono che bastoni, coppe, ori e spade.
Non fate alle carte domande stupide.
Non abusatene.


Un errore che ho fatto anche io, a cui poi ho rimediato, è quello di mettersi subito a leggere le carte, appena comprate. Sbagliato. Il mazzo non è ancora "vostro" e potrebbe risentire di influssi negativi.
Armatevi di pazienza e mettetevi in testa di svolgere un rituale di consacrazione. Serve a purificare l'energia delle carte, a legarle a voi e soprattutto a mettervi in uno stato mentale più sicuro e rilassato nei confronti di esse.

Vi riporto quello che ho scelto io e che mi sembra il più completo.

Ponete il vostro mazzo all'esterno per tre giorni e tre notti, in modo che possa essere illuminato sia dal sole che dalla luna. Iniziate nelle ultime due notti di luna crescente, in modo che la terza notte sia sotto i raggi della luna piena.
Trascorso questo tempo, mettete il mazzo su un tavolino sgombro di qualsiasi oggetto, di legno bianco o su un panno bianco. Mettete una candela bianca a destra e una nera a sinistra (assorbiranno gli influssi negativi), e disponete in cerchio i seguenti oggetti, che rappresentano i quattro elementi: una terza candela azzurra o gialla (fuoco), una scodellina di acqua, un pugno di sale (terra) e dell'incenso, preferibilmente puro (aria).
Accendete le candele e l'incenso, e passate le carte, una ad una sopra i quattro simboli (non sopra la candela bianca o quella nera!), con l'immagine rivolta verso il basso.
Terminato il rituale (lentamente, non dovete avere fretta), avvolgete le carte in un panno nero e riponetele preferibilmente in una scatolina di legno, insieme a delle pietre che le influenzino positivamente (delle pietre parlerò in dettaglio più avanti, promesso).
Portatele con voi più possibile, io le tengo sul comodino per averle sempre vicine.


Se avete avuto la "sfortuna" di prendere il vostro mazzo in luna calante e dovete aspettare un bel po' prima della luna piena, approfittatene per maneggiare le carte e studiarvele un po', informandovi sul loro significato (ci sono una marea di libri più o meno validi in circolazione sull'argomento).
Potete anche non sbattervi a fare il rituale e usare le carte per gioco... ma non aspettatevi che i responsi che vi daranno siano così attendibili.

Detto questo, se siete curiosi e volete provare, non vi farà male. Potreste restare piacevolmente sorpresi, nel bene e nel male a me le carte stanno dando grosse soddisfazioni.