Terra!

Tantissima roba pressata in trecento spassose pagine

Mi sono preso un paio di giorni di riflessione prima di recensire questo libro, dopo aver finito di leggerlo.
Un mesetto fa una mia amica mi ha prestato questo Terra! di Stefano Benni; a lei l'autore piace molto, ma io ho cominciato le lettura senza nessun tipo di aspettativa. Non conoscevo Benni, ma so che è un autore particolare... e con autori di questo tipo preferisco affrontare i loro libri così.

Vediamo la trama.
Siamo nel 2156. Dopo la Sesta Guerra Mondiale, la Terra è stata completamente trasformata. La superficie è coperta di ghiaccio e le maggiori città sono state ricostruite sottoterra, e il cielo è oscurato a causa dell'inverno nucleare. E' in corso una grave crisi energetica, visto che le fonti primarie sono ormai esaurite.
Le tre maggiori potenze sono la Federazione Sineuropea, l'Impero Sam (Giappone) e l'unione Aramerussa.
Un giorno arriva sulla Terra un messaggio straordinario: sembra che un gruppo di esploratori spaziali abbia scoperto un pianeta ricchissimo e molto simile alla Terra di duemila anni prima.
Avrà quindi inizio alla corsa per il pianeta della quale saranno protagoniste le tre superpotenze sopracitate.
Il mistero più grande però è legato al messaggio stesso: nessun computer riesce a calcolare da dove e quando sia arrivato, né la rotta precisa da seguire. Sembra che tutta la faccenda sia legata in qualche modo alle antichissime rovine Inca che recenti scavi stanno lentamente portando alla luce.

Questa è la trama in breve. Ma l'autore ci ficca dentro di tutto, a cominciare da un impressionante carosello di personaggi.
Abbiamo un ragazzino prodigio, un telepate cinese e una giapponese, due generali giapponesi pure loro, un meccanico italiano, un avventuriero spaziale africano, un ingegnere rimasto per anni in orbita attorno al Sole, un imperatore arabo, il suo consigliere e il suo indovino, ministri europei, due capitani americani, un vecchio e una ragazza inca, un'ape, un supercomputer, un robot, una strega, un uomo serpente, una torma di topi, un complesso di musica elettronica femminile.... e altro ancora.
In alcune situazioni Benni riesce a gestire bene i personaggi e il rapporto tra di essi, dando loro corpo in poche righe. In altri casi decisamente no, e restano abbastanza bidimensionali. Alcune reazioni e interazioni risultano artificiose e forzate.
Lo stesso dicasi per tutto il libro.
Si, vi ho già detto la trama, ma l'autore inserisce in continuazione tanti, tantissimi episodi secondari. Sono, dal primo all'ultimo, tutti spassosissimi. Ma anche qui, spesso spezzano troppo il ritmo narrativo, senza aggiungere nulla alla trama principale. Ci si perde un po', insomma.
Penso sia questo il più grande difetto del libro: l'autore non riesce a gestire tutti i personaggi e le situazioni che ha creato (c'è tuttavia da dire che è stato il suo primo romanzo). In queste pagine c'è una grande anarchia di idee, situazioni e narrazione. Non è necessariamente un male, ma la sensazione che ho costantemente avuto è stata che il libro mancasse di "corposità".

La trama è interessante, offre numerosi spunti filosofici e il libro è incredibilmente attuale (anche se ha i suoi annetti, essendo datato 1983). Infatti, affiancati alla missione principale, insorgono i problemi dell'ipotetica colonizzazione del nuovo mondo, legati alla guerra, agli interessi commerciali, alla pubblicità.
Benni sfrutta benissimo tutte le possibilità di sbeffeggiamento e non risparmia nessuno: prende a schiaffi la politica, il consumismo, e contemporaneamente la religione, l'eccessivo misticismo e la mentalità prettamente fredda e scientifica.
Quello che manca davvero secondo me è il ritmo. Troppo incostante, una trama principale troppo frammentaria e continuamente interrotta da aneddoti vari; complice anche la relativa brevità del libro.
C'è la missione principale, le paraonie del re arabo, la situazione dei topi giapponesi, un racconto sulla creazione degli animali, le tribolazioni di un computer, uno spazioporto artificiale, la storia di un cacciatore di comete, ipotesi coordinate da un racconto sul concetto di intelligenza aliena, leggende inca, Cappuccetto Rosso in versione nera, un pianeta pieno di cani, una coltivazione di organi, città multilivello con videogiochi mortali, un giornalista in coma, la rievocazione di una guerra discografica... e poi?
Insomma, quante cose si possono umanamente gestire in trecento pagine?
So che è un libro satirico camuffato da romanzetto comico di fantascienza, ma ad un certo punto ti gira un po' la testa.

Nonostante le critiche che ho appena fatto, è un libro che consiglio caldamente.
E' vero che in troppi punti risulta inconsistente, ma è un notevole attacco alla società.
E poi, diciamocelo, è spassosissimo. Fa pensare e fa ridere (entrambe le cose in larga quantità). Magari non c'è da spanciarsi perennemente dalle risate, ma alcuni passaggi sono talmente arguti che è impossibile non sghignazzare, almeno un po'.