L'età inquieta

Anche le donne possono scrivere ottimi libri horror
Ormai dovreste sapere che adoro le raccolte di racconti. Piccoli mondi nei quali ci si può rifugiare per un breve tempo, senza impegno, ma che se scritti bene riescono a dare anche più emozioni di un romanzo.
Spulciano in libreria nel reparto horror, in mezzo a tutta la schifezza denominata "paranormal romance", alla quale darei volentieri fuoco, ho scovato "L'età inquieta", un libretto di un'autrice che non avevo mai sentito nominare.
In genere sono diffidente nei riguardi degli horror scritti da donne. E invece, leggendo poche pagine sul posto, mi sono ricreduto alla velocità della luce e l'ho immediatamente acquistato.
Documentandomi un po' ho scoperto che l'autrice, Anna Starobinec, è una stella emergente del panorama letterario horror russo. Giovanissima (è nata nel 1978, quindi ha solo 35 anni), lavora come giornalista presso i maggiori quotidiani russi, e le sue pubblicazioni hanno sempre riscontrato ottimi pareri da parte della critica.

Il libro che mi è capitato tra le mani, come già detto, è una raccolta di racconti.
Cercherò di spendere poche righe per ognuno di essi, senza svelarvi nulla di importante. Perché ognuno di questi racconti merita una piccola parentesi tutta per sè.
Formicaio
Dopo una gita primaverile al parco, Marina si rende conto che suo figlio Marks non è più lo stesso. Prima viene colpito da un'otite fulminante che si protrae per mesi, poi... inizia a comportarsi in modo strano. Piccole stranezze che man mano diventano sempre più evidenti, ma alle quali Marina si rifiuta di trovare una soluzione effettiva, spinta dall'amore materno e dall'istinto protettivo verso un figlio che si sta, lentamente ma inesorabilmente, trasformando in qualcos'altro.
Viventi
Mosca non è più quella di un tempo. E' successo qualcosa, una guerra, un'epidemia, una sommossa che ha decimato la popolazione cittadina. La protagonista è una dei pochi sopravvissuti e ha tutto quello che desidera: terra, case, denaro. Ma l'unica cosa che le importa davvero sarebbe riavere indietro il marito, morto da tempo. Grazie alla tecnologia moderna nulla è impossibile: si può benissimo comprare un androide che ne sia l'esatto clone, con tutti i pregi, difetti, vizi e ricordi. Ma sarebbe davvero la stessa cosa?
La famiglia
Dima è in viaggio verso Mosca per comprare un cucciolo di bulldog. Ha una bella vita, una famiglia, un lavoro che lo soddisfa. Ma durante la notte passata nella cuccetta del treno, qualcosa cambia: al risveglio un passeggero sostiene di essere il suocero, e un'altra perfetta sconosciuta afferma di essere sua moglie. Ma non è cambiato solo quello: Dima ha un nome nuovo perfino sui documenti. Inizialmente convinto di essere vittima di una truffa o una burla bene architettata, il protagonista scopre di essere scivolato in un paradosso che cambierà completamente la sua vita.
L'agenzia
Esiste un'agenzia misteriosa nota solo a pochi eletti che si occupa di far succede cose. Ha i migliori sceneggiatori e scrittori, centinaia di bestseller che aspettano solo il nome dell'autore, e si occupa anche di eliminare persone scomode. Ma, come ci spiega il protagonista, non si tratta di assassinii: l'Agenzia combina avvenimenti, scrive sceneggiature, manipola i fatti. Sempre restando nell'ombra.
La fessura
Non bisogna mai spiare dalla fessura di una porta socchiusa per un numero pari di volte. Perché? Perché altrimenti ne esce Dio e ti porta via con lui. La figlia di cinque anni avverte il protagonista di questa pericolosa abitudine. Ma in fondo sono solo le innocenti invenzioni e regole dei bambini... giusto?
Le regole
Tornando alle regole infantili, tutti, da bambini, abbiamo avuto le nostre regole personali: non pestare le crepe del marciapiede, camminare solo sulle piastrelle di un determinato colore e così via. Saša le prende molto sul serio. Se infrangesse le regole, succederebbero cose brutte. Cose molto, molto brutte.
L'eternità di Jasa
Una mattina Jasa si sveglia e si rende conto di essere morto. Si sente in gran forma ma è impossibile negare che il suo cuore non batte più. Assurdamente però nessuno sembra prendere la cosa con la dovuta tristezza: è anzi un'infinita seccatura avere in casa una persona di cui non si sa osa fare a livello legale e burocratico.
Io aspetto
E' possibile affezionarsi al cibo tanto da non volersene più separare? Anche se ormai è andato a male da mesi? Assolutamente si. E si può andare anche oltre, fino a sviluppare una vera e propria attrazione erotica per esso.
Questa raccolta è una boccata di aria fresca nel panorama horror attuale. I racconti sono incisivi, senza fronzoli, e in poche righe l'autrice riesce a modellare scenari e personaggi.
Le ambientazioni sono sempre curate e l'atmosfera generale è sempre opprimente, proprio come dovrebbe essere in un buon componimento horror. MA la cosa che me lo ha reso più gradevole è il fatto che il tutto sia sempre ambientato in Russia. L'autrice ha saggiamente scelto un terreno conosciuto nel quale fosse libera di muoversi dando il meglio di sè. E c'è poco da fare, si sente che non è il classico libo americano o inglese: c'è una sensibilità diversa, un'attenzione particolare ai dettagli (complice anche il fatto che a scrivere sia una mano femminile), che distanzia nettamente lo scritto da autori già noti, ai quali molti scrittori esordienti cercano di fare il verso, riuscendo solo a creare pallide imitazioni senza un carattere proprio. L'autrice conosce bene e cita Stephen King, autore dal quale prende saggiamente le distanze.
Nella maggior parte dei racconti aleggia un'atmosfera sì opprimente, ma anche sottilmente inquietante: è la sensazione di percepire che qualcosa non quadra, ma di non capirne il perché. Spesso ci verrà fornita una spiegazione e i misteri si dipaneranno pian piano nel corso della lettura, più spesso no, lasciandoci ancora con qualche dubbio.
In merito, i racconti si possono dividere in due categorie: quelli compiuti, nei quali troviamo un inizio, uno svolgimento e una fine che va a chiudere il cerchio, e quelli di atmosfera, che sono quasi degli esercizi di stile nei quali l'autrice si sbizzarrisce a creare situazioni grottesche o paradossali che non necessitano spiegazioni approfondite (come ad esempio "La fessura" e "Io aspetto").
Gli appartenenti a questa seconda categoria sono simili alle famose "creepypasta", racconti del terrore amatoriali che hanno il solo scopo di raccontare una leggenda metropolitana o di inquietare il lettore. Ma quelli di Anna hanno una marcia in più, la mano del professionista si fa sentire.
Uno dei punti di forza della raccolta è il confine sottilissimo tra quotidianità, allucinazione e orrore: non si è mai sicuri in che momento del racconto si sconfini dalla prima alla seconda e dalla seconda al terzo. Ammesso che lo sconfinamento ci sia e non si tratti solo di una costruzione mentale.
Nel complesso, le storie sono difficili da analizzare, in quanto molto diverse tra di loro sia per temi che ambientazione. E' un libro che va letto con la dovuta attenzione, poiché ci troveremo spesso di fronte a ritorsioni temporali, spiegazioni all'apparenza illogiche, flashback e flashforward, il tutto condensato in pochissime pagine. Ogni tanto c'è qualche citazione a personaggi già apparsi in racconti precedenti, ma il tutto è alterato, non combacia mai perfettamente, creando la sensazione di realtà distorta o universo parallelo.
I personaggi meritano una nota particolare: anche in poche pagine prendono volume e tridimensionalità quasi immediati. Sono persone comuni, nelle quali ci si può identificare con grande facilità, ma non per questo sono piatti, tutt'altro: sono magnificamente vivi e in pochissimo spazio viene approfondito il loro lato psicologico il più possibile. Ma, di nuovo, senza appesantire la struttura narrativa: scopriremo il loro carattere attraverso pensieri, dubbi, piccoli dettagli delle loro azioni.
Nel complesso, lo stile dell'autrice si colloca a metà tra l'horror occidentale esplicito e diretto, e le grottesche allucinazioni dell'horror orientale, creando un mix perfettamente equilibrato. In più punti si sente, fortissimo, il senso di "realtà grottesca ma accettata" che arriva dritto dritto da "La Metamorfosi" di Kafka. Il tutto con un occhio sempre rivolto alla società moderna, ai suoi problemi, al suo cinismo e alla rassegnazione dell'uomo medio.

Ve lo consiglio assolutamente. L'edizione è economica, robusta, con una grafica particolare e delle dimensioni perfette per essere infilato in borsa.
L'unico avvertimento che vi dò è: non leggete la prefazione. Quella maledetta facciata di prefazione è in grado di rovinarvi tutta la lettura in pochi minuti, svelandovi tutti i colpi di scena in una manciata di righe. Non so chi l'abbia scritta, ma ho una voglia terribile di prenderlo a sberle.
A parte questo, invito tutti a fare la conoscenza di quella che è stata definita "la regina dell'horror russo".