Urbock 23

Un piccolo gioiello made in Austria
 Era davvero tanto che non recensivo una birra, semplicemente perché non trovavo candidati meritevoli di recensione.
Oggi invece ho avuto modo di portarmi a casa una birra che compare raramente sui nostri scaffali. Ma la bottiglia scura e la semplice ed elegante etichetta nera e dorata rendono la Urbock 23° riconoscibile a colpo d'occhio.
Prodotta in Austria, questa birra doppelbock riposa per nove mesi nelle cantine del castello di Eggenberg (attivo dal lontano 1100) prima di essere messa in commercio, ed è prodotta seguendo l'antichissima norma di purezza Reinheitsgebot, risalente al 1516.
Al contrario delle bock e delle doppelbock (birre lager monastiche tedesche dalla gradazione alcolica particolarmente alta) tradizionali, che sono scure, la Urbock è una birra ambrata, considerata da molti un prodotto da intenditori.
E' conosciuta anche come il "cognac delle birre", per la sua gradazione  il sapore particolare, che la rendono a tratti simile più ad un liquore che ad una birra.
E' nota per essere la più forte birra austriaca in produzione, e tra le birre più alcoliche in commercio. Attenzione però, quel "23" del nome non si riferisce alla gradazione alcolica, bensì a quella saccarometrica (ovvero ai grammi di zuccheri contenuti in 100 centimetri cubi di mosto prima della fermentazione). Ma il tenore alcolico della Urbock sa comunque il fatto suo: 9,6%.

Una volta versata, possibilmente in un calice da birra trappista, la Urbock si presenta con un colore ambrato e carico, con sfumature rossastre. Se versata correttamente produce una buona quantità di schiuma fine e di media persistenza, altrimenti la schiuma sarà quasi assente e scomparirà quasi immediatamente.
Le numerose bollicine che salgono dal fondo e che restano attaccate alle pareti del bicchiere preannunciano il suo carattere frizzante.

Questa birra ha un profumo intenso e penetrante di malto, al quale seguono note decise e dolci di frutta fermentata, con un tocco di caramello. Il tenore alcolico si fa sentire anche a naso ma nell'insieme dell'odore pieno e piacevole non dà fastidio: nel complesso si preannuncia come saporita e decisa.

Al primo sorso si sente immediatamente  una frizzantezza vivace e gradevole, non troppo invadente, che viene subito spazzata via da un sapore accentuato e dolce, fortemente fruttato, che ricorda la prugna e maschera il tenore alcolico.
In seconda battuta si ha la sensazione di una birra cremosa (nel gusto, non nella consistenza), mentre alla frutta si mescola un sapore dolciastro di malto e caramello e comincia ad intervenire un sapore leggermene amarognolo.
Solo in chiusura si fa sentire il luppolo ed emerge un gusto amaro, legnoso, che ripulisce il palato dal marcato impatto dolce iniziale. Al contempo si fa sentire il tenore alcolico non indifferente, una svolta inaspettata per un prodotto tanto amabile. Ma non è un gusto alcolico prepotente, resta comunque in secondo piano, consentendoci di assaporare il gusto mutevole di questa birra senza anestetizzarci le papille gustative.
Alla chiusura segue un retrogusto incredibilmente secco, con forti note di luppolo e un sentore erbaceo che nulla ha a che vedere con il gusto fruttato che ci siamo ritrovati in bocca pochi secondi prima.
Insomma, è una birra che apre con un gusto dolce e cremoso ma lascia in bocca un sapore amaro e asciutto.

Nel complesso è una birra che si discosta dalle doppelbock tradizionali per via dell'intenso sentore amaro finale, e la sua degustazione è di sicuro interessante proprio per il contrasto dolce/amaro che offre ad ogni sorsata. Per via del suo carattere deciso e del gusto particolarmente forte e pieno è facile stomacarsi: se volete passare una serata in compagnia a bere un litro di birra a testa rivolgetevi ad altro. Questo prodotto secondo me dà il suo meglio proprio nella degustazione di un bicchiere, spingersi oltre ci porterebbe a trovarla pesante.
Per gustarla al meglio consiglio di berla fredda (anche per smorzare il sapore dolce che altrimenti sarebbe troppo stucchevole), ma non ghiacciata. Vale infatti la pena di godersene tutte le sfumature, una temperatura troppo bassa ne ucciderebbe gli aromi e rovinerebbe il passaggio graduale e ben bilanciato tra il sapore iniziale e il retrogusto così diversi tra loro. Servitela intorno ai 10°C e non ve ne pentirete.
Ve la sconsiglio sia che siate amanti delle birre troppo amare che di quelle dolci: se appartenete alla prima categoria le note iniziali vi faranno storcere il naso stomacandovi dopo un paio di sorsi, al contrario se preferite le birre particolarmente dolci o delicate non sopporterete il retrogusto fortemente amaro.

E' un'ottima birra da meditazione o da aperitivo, da gustarsi un sorsetto alla volta, ma può essere consumata anche durante i pasti, abbinata a cibi dal sapore deciso o piccante, come carni rosse, formaggi stagionati e piatti con abbondanti salse (un ottimo esempio è il goulash ungherese o austriaco).
Il suo lato dolce secondo me la rendono inadatta agli abbinamenti con la selvaggina e a piatti con salsa di pomodoro, mentre il sapore forte non si sposa bene con il pesce e le verdure (fatta eccezione per quelle con un sapore molto deciso, come ad esempio il radicchio ai ferri).
Allo stesso modo la sconsiglio con i dolci, a meno che non contengano mostarda che, così piccante e gustosa, si sposa bene con questa birra.

Se volete provare qualcosa con un carattere forte e una struttura complessa, date una possibilità a questo prodotto. Oltretutto, siamo nella stagione perfetta per gustarcelo: con il freddo che fa, la Urbock 23 vi scalderà per bene, garantito.