Capezzoli di Venere

Sono carinissimi, si

Torniamo a parlare di cucina con una ricetta che, al contrario della maggior parte di quelle che ho proposto fino ad ora, non è a prova di scimmia.
Preparare i cosiddetti "capezzoli di Venere" richiede una buona dose di tempo e una certa manualità.
La ricetta di questi dolcetti, che nel tempo è stata radicalmente modificata, risale al 1700, ed è originaria del veronese. Serviti principalmente a feste e matrimoni, per via della loro forma maliziosa, acquisirono una grande popolarità al di fuori del nord Italia per merito di Antonio Salieri il quale, entrato sin da giovanissimo nella cote di Vienna, era solito portare questi dolcetti in dono.
La ricetta prevede l'utilizzo di cioccolato fuso: assicuratevi che sia di ottima qualità, o formerà grumi rapprendendosi prima che riusciate a lavorarlo. L'ideale sarebbe temperarlo, per ottenere una coertura liscia e uniforme (se non sapete come e perché si tempera il cioccolato, ne parlerò in un post futuro).
Veniamo ora alla ricetta vera e propria.
Vi dò la versione "base": in alternativa potete usare marzapane rosa, o abbinare una copertura di cioccolato bianco ad un ripieno fatto con cioccolato fondente o al latte. Insomma, una volta che avrete imparato a farli, potete complicarvi la vita come preferite. Ma patiamo con una ricetta il piùsemplice possibile.
  • 500gr di cioccolato bianco
  • 30-50gr di mandorle fresche sbucciate
  • 150ml di panna liquida non zuccherata
  • 20 grammi di burro
  • 100gr di marzapane
  • 1 stecca di vaniglia
  • cacao amaro
  • rum o liquore all'amaretto (se graditi)
Ridurre 300 grammi di cioccolato in scaglie e mettetelo in una ciotola capiente.
Riducete il burro a pezzetti e lavoratelo con un cucchiaio di legno per ammorbidirlo. Mettetelo poi in una casseruola insieme alla panna e alla stecca di vaniglia (sulla quale avrete praticato un'incisione per l'intera lunghezza) e cuocete a fuoco medio mescolando di buona lena per far sciogliere il burro.
Quando la panna inizierà a sobbollire (non ancora a bollire, vedrete solo formarsi delle piccole bollicine lungo il bordo), togliete dal fuoco e versate il composto bollente sul cioccolato (più piccolesaranno le scagliette, meglio si fonderà), mescolando con energia.
In un frullatore tritate finemente le mandorle aggiungendo lo zucchero che ne assorbirà gli oli in eccesso. A seconda dei vostri gusti, potete usane dai 30 ai 50 grammi. Unite il tutto al composto, aggiungete un bicchierino di liquore (se volete, non è obbligatorio) mescolate e lasciate raffreddare a temperatura ambiente.
Quando il composto è abbastanza freddo da aver raggiunto una consistenza malleabile, bagnatevi le mani sotto l'acqua fredda e formate delle piccole palline (grandi come una noce) e premetele leggermente sul piano di lavoro per appiattirne un lato.
In un pentolino, fate fondere il cioccolato restante. Prendete i dolcetti e, infilzandoli uno per uno dalla base fin sulla punta,  immergeteli nel cioccolato fuso. Metteteli sulla carta forno e aspettate che si asciughino perfettamente.
Nel frattempo, impastate il marzapane con il cacao amaro in polvere, aggiungendone quanto basta per formare un impasto scuro. Formate delle piccolissime palline e mettetele sulla "cima" dei dolcetti, in modo da ottenere tante piccole tettine appetitose. Questa operazione dovete farla velocemente, prima che il cioccolato sia solidificato completamente.
Una volta che i dolcetti saranno perfettamente freddi, staccateli con delicatezza dalla carta forno e, con l'aiuto di un coltellino, rifinite i bordi inferiori, rimuovendo eventuali sbavature di cioccolato.
Questa è la ricetta moderna, ma quella originale è molto diversa, e ha un sapore ben più delicato. E' anche un po' più laboriosa, a modo suo... senza contare che siamo fuori stagione, visto che prevede l'utilizzo dei marroni, che troviamo solo in autunno. Ma per rendere completo l'articolo ve la propongo lo stesso.
  • 8 marroni
  • 120gr di cioccolato fondente
  • 80gr di semolino
  • 100gr di mollica di pane
  • 2 uova e 2 tuorli
  • 250ml di latte intero
  • un bicchierino di rum
  • una bustina di zucchero vanigliato
  • cannella in polvere
Mettete le castagne in una pentola e aggiungete acqua fredda fino a coprirle per almeno tre centimetri. Fatele bollire per almeno 40 minuti: se sono particolarmente grandi dovrete cucinarle anche per un'ora.
Scolatele, sbucciatele e lasciatele raffreddare.
Fate sciogliere il burro, in un pentolino capiente, a fuoco basso, aggiungete lo zucchero, il liquore, un pizzico di sale, il latte e portate ad ebollizione. A questo punto aggiungete il semolino e fate cuocere per dieci minuti, avendo cura di mescolar con energia per evitare che si formino grumi.
Aggiungete, sempre mescolando, il pane tritato, le uova e i tuorli e il cioccolato ridotto a scagliette, continuando a cuocere a fuoco bassissimo quel tanto che basta per farlo sciogliere. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare.
Se avete fatto le cose per bene, avrete tra le mani un composto malleabile.
Dividetelo in otto parti e avvolgete (uno alla volta ovviamente, derp derp) le castagne.
Fate bollire di nuovo in acqua leggermente salata per 5-10 minuti, quindi sgocciolate i dolcetti.
Potete servirli con burro o cioccolata fusa, spolverizzati di cannella.
Per prepararli comunque con le castagne, in ogni momento dell'anno, potete sostituirle con i marron glacés, sempre reperibili. E per unire il vecchio al nuovo, potete sostituire l'impasto della prima ricetta con i marron glacés. Se proprio volte esagerare, potete ricoprirli prima con uno strato sottile di marzapane e poi immergerli nel cioccolato fuso: otterrete degli ipercalorici dolcetti vagamente simili ai Mozartkugeln (o, se preferite "palle di Mozart").
Per realizzare la punta (insomma, il capezzolo vero e proprio) potete usare anche un chicco di caffè, oppure realizzare dei dolcetti a forma di fico e, una volta che la copertura di cioccolato si è solidificata, intingerla di nuovo nel cioccolato fuso, ovviamente del colore opposto a quello che avete usato per la copertura stessa.
Infatti, potete realizzare dolcetti bianchi con la punta scura, o al contrario scuri con la punta bianca, se preferite ricoprili di cioccolato al latte o fondente.
Insomma, conoscendo entrambe le ricette potete sbizzarrirvi cercando di comporre la vostra variante ideale.
come già detto sono dolcetti con una preparazione non così semplice: richiedono tempo e una certa dimestichezza ai fornelli, soprattutto per la gestione dei tempi di raffreddamento.
Ma credetemi, ne vale assolutamente la pena.