Tideland

Una fiaba moderna, distorta e veritiera al tempo stesso
 Penso abbiate notato che ultimamente recensisco pochi libri.
Il motivo principale è che incappo o in libri che non stuzzicano particolarmente la mia voglia di recensire, oppure in libri dei quali avrei da dire troppo, con il risultato che la mia pigrizia mi toglie qualsiasi voglia di mettermi a scrivere.
Questo mese qualcosina ho letto (anche se poco rispetto ai miei standard), e ovviamente non mi va di recensirlo. Sono articoli che di sicuro arriveranno più avanti, quando avrò voglia di mettermici.
Così ripesco un libretto che ho letto anni fa e ve ne parlo un po'.

All'epoca ho comprato Tideland completamente a caso. Mi piaceva la copertina, mi piaceva la trama, e l'ho provato.
Si tratta di un romanzo drammatico dell'autore statunitense Mitch Cullin pubblicato nel 2000, dal quale è stato tratto un film dal titolo omonimo nel 2005.
Jeliza-Rose è una bambina dalla situazione famigliare disastrosa: entrambi i genitori sono tossicodipendenti e disoccupati. Non possiede giocattoli al di fuori di tre teste di Barbie, e assolve ai suoi piccoli doveri domestici (massaggiare le gambe gonfie della madre, sterilizzare le siringhe e preparare le dosi ai genitori) come una brava donnina di casa.
Ma la sua vita prende una piega diversa quando la madre muore di overdose. Per non farsela portare via dagli assistenti sociali il padre fugge con la bambina in un casolare nel Texas, in mezzo al nulla.
Jeliza si sente in paradiso: può mangiare e lavarsi quando vuole, nessuno la sgrida, può esplorare un mondo nuovo e sconosciuto. Anche se il padre, un giorno, sedutosi in poltrona per pensare, non si alza più, e presto comincia a coprirsi di macchie violacee e ad ammorbare la casa con terribili "puzzette".
La bambina si trova completamente sola, ma non sembra esserne spaventata: è un'avventuriera coraggiosa, lei. C'è tanto da esplorare: i campi, i boschi, i binari del treno, l'enorme casa decadente, e gli strani vicini di casa le forniscono tutto l'intrattenimento necessario.
Anche se il burro di arachidi è quasi finito, non c'è acqua corrente in casa e le formiche hanno mangiato le ultime fette di pane.
Il tema dell'immaginazione infantile mi ha sempre affascinato.
Dopo un breve flashback, incisivo e potente come una mazzata sulle ginocchia, ci ritroviamo nei panni di una bambina orfana che non si rende affatto conto della situazione. O forse in parte ne è consapevole, ma le sue naturali difese psicologiche distorcono la realtà per renderla accettabile.
I bambini emarginati e soli tendono a parlare con i loro giocattoli e a costruirsi un mondo di fantasia.
Ed è quello che fa anche la protagonista: le teste delle Barbie sono le sue coraggiose amiche, e l'orrore che la circonda sembra non riuscire a toccarla.
si rinchiude in un mondo immaginario che, visto dagli occhi di un adulto, è raccapricciante: la bimba parla con il cadavere del padre, interagisce con i vicini ritardati e vive nei boschi come una piccola selvaggia, il tutto come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Non lo trovo così esagerato: in situazioni estreme i bambini dimostrano delle risorse insospettabili e spesso incomprensibili per una mente adulta.
La narrazione è spesso lenta e onirica, e il punto di vista della bambina è reso davvero bene. Non ci sono descrizioni disgustose o spaventose, anzi, la scrittura è delicata e tutto è circondato da un alone magico, e le pagine scorrono via in fretta.
Il che, per contrasto, ce lo rende ancora più inaccettabile e conferisce al libro toni vagamente disturbanti e gotici.
Oltre alla protagonista ci sono pochi personaggi, che conosceremo solo attraverso gli occhi della bambina. Potremo farcene un'idea vaga, sia di loro che dell'ambiente circostante, visto che tutto è filtrato e ci appare distorto. Ma questi scenari vaghi ed edulcorati a sproposito (ricordiamoci che l'inconscio di Jeliza sta lavorando a pieno regime per mantenere la sanità mentale), queste situazioni surreali, questi personaggi spesso grotteschi, ci faranno fare un bel salto all'indietro, riportandoci alla nostra stessa infanzia.

Molti hanno descritto questo libro come un omaggio ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Di sicuro ci sono citazioni al libro di Carroll, ma non penso affatto che questo romanzo vi sia stato "costruito" sopra. E' bello pensare a Jeliza come ad un'Alice moderna, finita in un Paese delle Meraviglie che a noi appare totalmente sbagliato, ma che per lei è solo misterioso e meraviglioso. Ma il punto focale nel libro non è questo: vi consiglio di godervi le citazioni a Caroll (prima fra tutti la tana del coniglio) come fini a sè stesse e a cercare in questo romanzo qualcos'altro.
Infatti la situazione rappresentata, sebbene appaia esagerata, è purtroppo un'effettiva realtà. E, guardando oltre al problema principale della tossicodipendenza, ci si rende conto di come il personaggio del padre sia incredibilmente moderno e fin troppo comune: un uomo invecchiato nel corpo ma non nella testa, che vuole fare la rockstar a quasi settant'anni. Un disadattato sociale fondamentalmente innocuo (e per molti versi simpatico), che nonostante i propri fallimenti ama sua figlia.
Ma la ama di quell'amore egoistico fin troppo comune ai giorni nostri, che non pensa al bene della bambina, ma al proprio. Simile a quello delle coppie che nonostante sappiano che se avessero un figlio potrebbe nascere deforme o ritardato, di quelle donne che a sessant'anni vogliono fare figli, di quelle famiglie che pur avendo la disponibilità economica per adottare un bambino ne vogliono a tutti i costi uno "loro". Come dicevo, è una forma di egoismo mascherata ma molto, molto comune.
Il libro porta alla luce anche il fatto puro e semplice che non bastano una madre e un padre per allevare un bambino in modo sano.
E, marginalmente, che un bambino riesce ad adattarsi sorprendentemente bene a ciò che lo circonda, per quanto orribile o disturbante, facendolo rientrare nella propria quotidianità.

Globalmente è un libro delicato e incredibilmente amaro. Da un lato è piacevole poter vivere di nuovo attraverso gli occhi di un bambino e tornare ai tempi nei quali tutto era facile, tutto era mistero, tutto era magia.
Ma non possiamo goderlo appieno, tormentati dalla parte matura e razionale del nostro cervello, che ci ripete in continuazione quanto sia sbagliato ciò che stiamo leggendo. E che, in parte, ci ricorda che quei giorni per noi sono ormai finiti.

Pinscher nano

Un'altra razza dalle necessità sottovalutate

Mi è stato richiesto spesso e finalmente oggi ho pronto l'articolo per parlarvi del Pinscher nano (o Zwergpinscher). Vista l'enorme popolarità di questo cagnolino, sono spuntati allevatori come funghi, e insieme a loro, una marea di falsa pubblicità nel web. Continuo a leggere una valanga di idiozie in merito.
Pur di farvi comprare i loro cani, gli allevatori sono pronti ad affermare che si tratta di cani da grembo, affettuosi con tutti, facili da addestrare e che non necessitano di  molto movimento, oltre alla tendenza sempre più marcata i rifilarvi cani di taglia extra-small (spesso addirittura più piccoli di un Chihuahua).
Vediamo di sfatare qualche mito in merito alla razza che vanta il titolo di "re dei toy".

Questo cane viene spesso definito il "Dobermann in miniatura". Niente di più sbagliato: è esattamente il contrario. Il Pinscher è il più antico dei due. Originariamente allevato come cane di taglia media adibito alla guardia ma sopattutto alla caccia dei topi, agli inizi del '900 hanno fatto la loro comparsa i primi esemplari nani, e attraverso decenni di attenta selezione siamo arrivati allo standard odierno.
Il Pinscher è stato sviluppato a partire dai terrier, con i quali condivide il carattere fiero e testardo. Per la varietà nana sono stati effettuati incroci con il bassotto per ridurne la taglia e con il piccolo levriero italiano per conferirgli una linea leggera e una falcata elegante che, unita alla conformazione del piede, simile a quella dei gatti, ricorda i movimenti di un cavallo al trotto.
Lo standard prevede un'altezza al garrese di 25-30cm e un peso che oscilla tra i 4kg e i 6kg. Esemplari più piccoli non sono ufficialmente riconosciuti.
La coda, tradizionalmente mozzata, ora deve essere lasciata intera, così come le orecchie, che a seconda dell'esemplare possono essere semi erette o totalmente erette. Gli occhi sono di media grandezza, mai sporgenti. Il corpo è compatto, inscritto nel quadrato, con pelo raso e lucido. I colori riconosciuti sono fulvo, marrone focato o nero focato.
Si tratta di cani molto intelligenti che stabiliscono un profondo legame con il padrone. Visto il loro sangue terrier hanno un carattere orgoglioso e sono pronti a difendere proprietario e territorio.
Hanno un'inesauribile voglia di giocare ed esplorare: sono estremamente curiosi. E viste le loro dimensioni, si adattano bene alla vita in appartamento.

Ma nonostante tutto, non sono i dolcissimi cagnolini da salotto che ci si potrebbe aspettare, e molti proprietari in breve si trovano con un cane fastidioso e ingestibile. Vediamo perché.

Igiene:
Visto il pelo raso, il mantello non richiede particolari attenzioni. Basta una spazzolata ogni tanto. Per renderlo lucido in modo naturale, lo si può strofinare con un panno inumidito in una soluzione di acqua e aceto (un cucchiaio di aceto in una tazza di acqua tiepida).
Il bagno non è necessario, a meno che il cane non sia effettivamente sporco (di fango ad esempio). La pelle del Pinscher è delicata, lavaggi frequenti possono intaccarla causando dermatiti o eccessiva produzione di sebo. Non mi sento di consigliare più di un bagno ogni 6 mesi.
Sono cani che tendono a "masticare" molto, quindi fornirgli un giocattolo adatto da rosicchiare basterà per assicurare loro un'adeguata igiene dentale.

Esercizio fisico:
Nonostante le piccole dimensioni, il Pinscher ha un estremo bisogno di attività fisica. La passeggiata quotidiana è indispensabile, possibilmente rendendola anche il momento del gioco, della socializzazione e dell'educazione.
E' un cane atletico, non adatto a persone pigre o sedentarie (è un'ottima razza per gli amanti dell'escursionismo e del jogging).
Un'ora di movimento quotidiano è il minimo indispensabile per mantenere questo cane equilibrato. E' vero che può vivere in appartamento, ma ciò non toglie che non sia abbastanza il portarlo fuori dieci minuti per fargli fare i bisogni. E come dico sempre, avere un grande giardino non è abbastanza. Sono cani estremamente curiosi che hanno bisogno di essere stimolati da luoghi e odori che esulano da quelli abituali della casa e del giardino.
Ricordatevi che ha sangue di levriero, periodicamente ha bisogno anche di potersi sfogare correndo liberamente.
Ai fini di un'educazione corretta, questa razza testarda ha bisogno prima di tutto di potersi sfogare adeguatamente, stancandosi fisicamente e mentalmente.

Educazione:
Questo è un altro punto dolente. La maggior parte dei Pinscher non riceve né adeguato esercizio fisico né tantomeno la minima educazione.
Questi piccoli cani sono territoriali e protettivi, caratteristiche che, unite ad una spiccata tendenza dominante, ne fanno una razza che richiede una ferma educazione.
Necessitano di una gerarchia ben impostata e di regole rigide per mantenere uno stato mentale tranquillo.
In particolare è fondamentale iniziare presto a farli socializzare con altri animali e bambini. La loro natura diffidente infatti, qualora non ricevessero alcuna socializzazione, li porta spesso a sfociare in comportamenti aggressivi. A livello di addestramento poi sono degli ossi duri, piccoli ma estremamente testardi: necessitano di un padrone mediamente esperto e dotato di grande pazienza. L'ideale sarebbe frequentare un corso di addestramento dove possano interagire con altri cani e al contempo apprendere l'obbedienza di base.
E visto il loro bisogno di poter correre liberamente, è fondamentale che obbediscano al richiamo del padrone: non è infrequente infatti che scappino.

Attenzione a:
Il problema più grosso di questa razza è la loro struttura esile. In particolar modo, le ossa delle zampe sono sottili e delicate: bisogna fare attenzione a lussazioni e fratture alla caviglia (spesso restando impigliati in una coperta saltando giù dal divano).
In egual misura bisogna seguire attentamente la loro alimentazione. Il sovrappeso infatti è estremamente pericoloso per la loro struttura scheletrica.
Si adattano benissimo alla vita all'aperto ma sono particolarmente sensibili al freddo, d'inverno hanno bisogno di un riparo adeguato. Considerate l'opzione di prendere loro un cappottino per i giorni più rigidi dell'anno.
In fase di allattamento e nel primo anno di vita, possono contrarre la rogna rossa: in questo lasso di tempo bisogna dedicare al cane sufficienti attenzioni per prevenire questa malattia che, anche se non trasmissibile all'uomo, necessita di cure piuttosto lunghe.
Vi ricordo di nuovo che non esiste il "Pinscher Toy". Come per quasi tutte le razze piccole, si tratta di animali affetti da nanismo. Nel Pinscher tali esemplari soffrono di problemi ossei ancora più marcati: evitate allevatori e annunci che vi propongono affari simili come la peste.

Cose poco piacevoli:
Purtroppo si tratta di una azza che, se non gestita correttamente, va incontro a una marea di problemi comportamentali.
Mancanza di educazione ed esercizio fisico comportano come prima cosa un abbaiare costante. Questo piccolo cane "da allarme" è propenso ad essere rumoroso già di suo, una gestione scorretta lo porta ad abbaiare ad ogni foglia che si muove, per la gioia vostra e dei vostri vicini di casa. La tendenza ad abbaiare ce l'hanno nel sangue, non può essere cancellata ma senza dubbio è possibile ridimensionarla.
Il secondo problema che si manifesta puntualmente è l'aggressività. All'inizio della sua diffusione in Europa, il Pinscher era conosciuto come "Dwarf Biter", letteralmente "morsicatore nano" o "nano mordace". Non c'è a stupirsi quindi se manifesta aggressività nei confronti di cani e bambini. Questo può procurarvi una bella querela, nel caso mordesse un bambino, o spiacevoli incidenti qualora decidesse di attaccare un cane più grande di lui. Ricordatevi che è un animale piccolo e fragile, non ci vuole molto, per cani più grossi, per ferirlo gravemente o peggio ucciderlo. E' vostra responsabilità accertarsi che il vostro cane non sia pericoloso per chi gli sta intorno o per sè stesso. Ricordate che le conseguenze di un Pinscher aggressivo saranno colpa vostra, ma quasi sempre ricadranno su di lui. Metterlo in condizione di farsi del male perché a voi fa piacere viziarlo non è una dimostrazione d'amore, ma di egoismo.
Un altro sintomo di mancanza di educazione ed esercizio sono i comportamenti distruttivi. Questa razza è incline a rosicchiare ciò che le capita a tiro e, grazie agli incroci con il Bassotto, a scavare. Se avete un giardino o delle piante in vaso può essere un problema non indifferente.
Da tenere in considerazione è anche il fatto che può volerci parecchio tempo prima che imparino a sporcare fuori. Preparatevi ad asciugare pozzette e a ripulire cacchette in giro per casa per diversi mesi. E non dimenticatevi di correggere il cane: solo perché la "quantità" di urina è limitata, non significa che il comportamento vada ignorato.
Come ultima cosa, voglio segnalare un fatto che ho riscontrato spesso. Se lavato troppo di frequente o alimentato in modo scorretto , il Pinscher tende a puzzare parecchio. Sembra impossibile, viste le piccole dimensioni, ma può arrivare ad emanare un odore forte e sgradevole quanto cani di stazza ben più imponente.

Quindi, in conclusione.
Cane piccolo? Si.
Cane di facile genstione? Assolutamente no.
Il Pinscher non è adatto a proprietari totalmente inesperti. Se volete portare a casa questo compagno giocherellone, affettuoso e dalle energie inesauribili, sappiate che dovrete dedicarli davvero molto tempo, attenzioni, energia e pazienza.
Se non siete disposti a seguire il suo grande bisogno di disciplina, gioco e attività fisica, prendete in considerazione un'altra razza, perché un Pinscher mal gestito porterà in casa vostra solo una miriade di problemi, grandi e piccoli.

Nero per caso

E' più gentile di quanto non sembri
Passato il periodo dell'invasione di brufoli e tornato alla normalità, ho dovuto abbandonare il Fresh Farmacy, diventato per me troppo aggressivo.
Ma anche in condizioni normali ho una pelle del viso che rimane purtroppo grassa, il che non è molto simpatico.
Mi sono quindi rivolto al "Nero per Caso", il fratello brutto e costoso del Fresh Farmacy, sperando per il meglio.

Lush ci dice:
Di solito vi diciamo che lavarsi il viso con un sapone non fa bene, ma con Nero Per Caso è diverso. Più che un sapone, è un detergente che sfrutta il potere disintossicante della liquirizia, e quello lenitivo del legno di rosa e del sandalo (da cui il godibilissimo profumo). Contiene carbone di legna per asciugare gli eccessi oleosi della pelle cattiva e per fare un leggero scrub. Molti uomini insistono nel lavarsi il viso con un sapone: almeno fategli usare Nero per Caso!
Questa saponetta nera dall'aspetto vagamente losco non ispira troppa simpatia, paragonato a tanti altri coloratissimi e profumatissimi prodotti Lush.
Ma vale la pena provarlo? Assolutamente sì.
Il profumo delicato e fresco di legno di sandalo (con l'aggiunta di un aroma strano che deriva dal carbone), non è assolutamente invadente e non persiste dopo l'uso, rendendolo perfetto per entrambi i sessi.
Come consistenza è compatto, liscio e, al primo utilizzo, quasi impermeabile: bisognerà strofinare un po' per riuscire a trasformarlo in una crema densa e quasi del tutto priva di schiuma. Questo lo rende estremamente longevo e ammortizza il costo non proprio indifferente: a me cento grammi durano fino a cinque mesi, utilizzandolo cinque o sei giorni alla settimana.
Non è un prodotto per pelli con tendenza acneica (ovvero per gli eccessivamente brufolosi, a loro consiglio il Fresh Farmacy), bensì per le pelli grasse che tendono a d assumere un aspetto lucido, per chi ha dei brufoletti ogni tanto e per gli uomini (si sa, il testosterone fa brutti scherzi).
Proprio per questo non ha un'azione detergente e astringente extra strong, ma comunque pulisce bene e in profondità, rendendolo adattissimo ad un utilizzo quotidiano. Ha un leggero effetto scrub che ripulisce per bene i pori della pelle e fa sparire piccoli accumuli di grasso e punti neri, accostato a buone proprietà astringenti, che rendono la grana della pelle più compatta e fine.
Utilizzato regolarmente previene la formazione di brufoletti e, cosa che i signorini in ascolto dovrebbero tenere bene in considerazione, rende la pelle morbida, impedendo ai peli della barba di incarnirsi. Nel caso che qualche peletto facesse la carogna, grazie al leggero scrub verrà riportato in superficie durante il lavaggio, senza dover ricorrere ad aghi o pinzette.

Come per il Fresh Farmacy, consiglio i utilizzarlo dopo la doccia o dopo aver lavato il viso con acqua calda, in modo da avere i pori della pelle già bel dilatati.
Strofinate il detergente sulle mani o direttamente sul viso finché non si forma una cremina nera, che andrete a massaggiare per bene soprattutto su mento, fronte, e ai lati del naso. E' roba potente, non usatene troppo. Se avete la pelle grassa ma delicata procedete subito al risciacquo, altrimenti potete lasciarlo in posa un minuto o due.
Una volta sciacquato, datevi una passata anche con acqua fredda, per tonificare e ricompattare ulteriormente la pelle.
A questo punto, se sentite la pelle del viso "tirare" troppo, procedete applicando una crema idratante (con parsimonia).

Questo prodotto mi ha davvero soddisfatto e lo ritengo più che adatto a chiunque abbia la pelle grassa e sia stufo di ritrovarsi con la faccia lucida e untuosa.
L'INCI è buono, ha un brutto componente rosso al secondo posto, ma è ben spalleggiato da parecchi componenti naturali, nonché chimici ma non dannosi.

Cosa ci trovate dentro (esattamente):
Decotto di Radici di Liquirizia (Glycyrrhiza glabra) - doppio verde
Propylene Glycol - rosso
Olio di Colza (Brassica napus) - doppio verde
Olio di Cocco (Cocos nucifera) - doppio verde
Acqua (Aqua) - doppio verde
Profumo (Parfum)
Sodium Stearate - doppio verde
Sodium Hydroxide - doppio verde
Sodium Lauryl Sulfate - verde
Carbone di Legna in Polvere (Charcoal) - doppio verde
Olio Essenziale di Sandalo (Santalum austro-caledonicum vieill & Fusanus spicatus) - doppio verde
Olio Essenziale di Palissandro (Aniba rosaeodora) - doppio verde
Glicerina Vegetale (Glycerine) - doppio verde
Sale Marino (Sodium chloride) - doppio verde

EDTA - doppio rosso
Tetrasodium Editronate - verde
Geraniol - giallo
Linalool - giallo

Lustrini Argentati


Quanto vi costa:
Panetto da 100 grammi   € 8,50
Panetto da 200 grammi   € 17,00



LUSH.IT  
date un'occhiata al sito della Lush, mi raccomando,
è tutta robbba bbbuona per voi e per l'ambiente!

The Grinns Tale

Una piccola meraviglia steampunk
Stasera sono estremamente seccato per motivi X, quindi non c'è niente di meglio di bollirsi un po' il cervello con qualche giochetto in flash per farsi passare l'incazzatura.
Curiosando qua e là, ho trovato questo prodottino davvero sorprendente, e mi sembra doveroso condividere: The Grinns Tale, un piccolo gioco di ruolo/strategico  realizzato davvero ad arte.
Il titolo fa ovviamente il verso a "The Grimm's Tales", ovvero, per come le conosciamo noi, le fiabe dei fratelli Grimm. E se non sapete di cosa sto parlando avete avuto un'infanzia davvero infelice.

Come ogni buon gioco di ruolo che si rispetti, la trama ci mette nei panni dell'eroe di turno, che deve salvare il mondo dalle forze del male.
In questo caso i mostri che assediavano la città sono già stati sconfitti, e la torre fonte del loro potere è stata distrutta. In questo modo la magia è scomparsa dal mondo, ma le persone hanno vissuto in pace per lunghi anni.
Fino ad ora. Le entità malvagie sono tornate, e la torre si è risvegliata...

Da una trama semplicissima e simile a quella che potrebbe scrivere un ragazzino delle medie appassionato di fantasy, prende il via un'esperienza videoludica originale ed incredibilmente accattivante.
Il gioco condivide gli elementi comuni dei GdR, primo fra tutti la battaglia a turni. Però non ci troveremo di fronte a tediosi menù astrusi e complessi: è tutto estremamente semplice e intuitivo, ma non per questo eccessivamente semplicistico.
Avremo a disposizione numerosi oggetti da equipaggiare o usare in battaglia, e potremo aggiungere man mano sempre nuovi membri alla nostra formazione di battaglia.
Con il progredire del gioco saliremo ovviamente di livello e i personaggi diventeranno sempre più forti. Ma l'equipaggiamento, la creazione della squadra, l'avanzamento di livelli e la gestione della battaglia sono estremamente semplici, e questo è un grande punto di forza del gioco: è vario quanto basta per mantenere vivo l'interesse dell'utente ma al contempo non tanto complicato da far chiudere la finestra dopo dieci minuti al giocatore casuale con scarsa pazienza.
Agli elementi tipici del GdR vengono aggiunti quelli del gioco strategico. Sarà infatti fondamentale costruire il proprio villaggio, dare agli abitanti tutti gli svaghi necessari e erigere negozi e officine per ottenere nuovi, utili oggetti e materiali base.
L'editor del villaggio è anch'esso estremamente curato e di immediata comprensione, e ci dà la possibilità non solo di costruire, ma anche di decorare la nostra piccola città come più ci aggrada.
Durante i primi momenti di gioco saremo guidati da un tutorial che ci spiegherà tutto in modo esauriente e non invasivo. soprattutto, ci darà poche nozioni per volta, invece di sommergerci di informazioni per un quarto d'ora (come succede spesso, con il risultato che uno o si stufa e non legge il tutorial oppure lo legge ma si dimentica tutto cinque minuti dopo).

Le grafiche sono curate a livello incredibile. I movimenti sono sempre fluidi, e personaggi, nemici e costruzioni si integrano perfettamente con l'atmosfera generale.
Il piccolo gioco di parole collega il mondo delle fiabe alla grafica particolare di questo gioco. "Grin" infatti significa "ghigno" o "sogghigno" e tutti gli sgangherati omini che ci troveremo a controllare hanno stampato sulla faccia un largo (e vagamente inquietante) sorriso sdentato, collocando l'aspetto degli esseri umani a metà tra lo stile Burtoniano e Little Big Planet.
Le schermate di costruzione, menù, esplorazione e battaglia hanno impostazioni molto diverse, ma sono perfettamente integrate l'una con l'altra, mantenendo uno stile omogeneo e coerente (sembra una cosa scontata, ma credetemi, non lo è affatto).
I colori usati sono molti, ma non pe questo è un gioco visivamente vivace. Tutti i toni sono leggermente virati in seppia il che, unito al design di personaggi e ambienti, conferisce al prodotto un'atmosfera steampunk di alto livello, che raramente ho riscontrato in altri giochi simili.
Le musiche sono gradevoli e ben studiate (unite al resto del gioco, mi hanno ricordato Breath of Fire IV... quanta nostalgia).

Io vi consiglio di darci assolutamente un'occhiata, sia che siate giocatori della vecchia guardia sia che vi siate avvicinati da poco al mondo videoludico. Penso che quelli che apprezzeranno di più saranno forse quelli che hanno giocato principalmente con la Play Station One, ma anche tutti gli altri non resteranno delusi.
La cura per grafiche, musiche e gameplay fanno di questo titolo gratuito un gioco che potrebbe fare una splendida figura su un Nintendo DS, non lasciatevi scappare questa splendida piccola avventura.

Questo non è il mio corpo

Questo volumetto dovrebbere essere letto da TUTTI

Ho procrastinato parecchio la recensione del manga di cui finalmente vi parlo oggi, perché sapevo che mi sarebbe costata tempo ed energia. So già che verrà lunga, ma h davvero troppo da dire in merito. Cercherò comunque di contenermi.
Stasera vi parlo di "Questo non è il mio corpo", un volume autoconclusivo di Moyoko Anno datato 2002, che tratta principalmente il tema dell'anoressia e della bulimia.
In Giappone rientra nella categoria "josei", ovvero fumetti indirizzati ad un pubblico femminile adulto.
In Italia è stato pubblicato da Kappa Edizioni per la collana Manga San, una raccolta di opere rivolte ad un pubblico adulto. Se pensate che i fumetti siano roba da bambini e ragazzini, potete cominciare la redenzione a partire da qui.
Cominciamo con ordine, dalla trama. Dopo di quella non so quanto riuscirò a continuare con ordine.
Noko Hanazawa è una giovane impiegata con un grosso problema: il cibo.
Ad ogni ostacolo che incontra nella vita, che siano insulti, tristezza, difficoltà di qualsiasi genere, reagisce nello stesso modo, ovvero mangiando compulsivamente. Da una parte questo le fa dimenticare ogni cosa, regalandole un momento di benessere, dall'altra non fa che peggiorare il suo stato di sovrappeso, attirando su di lei ancora di più la cattiveria dei ragazzi per strada e delle maligne colleghe d'ufficio.
Il suo ragazzo sembra non curarsene, anzi, si oppone all'idea che lei intenda dimagrire. Ma dopo che Naoko scoprirà di essere stata tradita, comincerà una dieta con l'obiettivo di perdere trenta chili.
Purtroppo i risultati tardano ad arrivare, e la nostra protagonista scivola nella spirale del digiuno, del vomito indotto, delle diete assurde e fai-da-te, rincorrendo quel corpo magro che secondo lei sarebbe l'unica cosa a darle la felicità.
Ci troviamo di fronte all'ennesima opera provocatoria e accusatrice della Anno, che questa volta se la prende con un problema sociale sempre più marcato tanto in Oriente come in Occidente, ovvero l'identificazione del sè in base al corpo e all'immagine di esso.
Attenzione, non stiamo parlando di transessualismo, bensì degli stereotipi commerciali di "bello" o "brutto". In particolar modo del fatto che un corpo grasso non solo è brutto a priori, ma è anche socialmente inaccettabile.
Il manga si basa sulla ricerca di un'accettazione sociale non in quanto individuo, ma in quanto involucro. Non si parla di magrezza per motivi di salute, si parla di ossessione verso il cibo (e in egual misura di odio per esso), perché è un ostacolo per l'inserimento nella società.
La colpa non è solo delle persone, è colpa dei modelli mediatici che ci bombardano in continuazione. Ma quand'anche una persona intelligente riesca a tirarsi fuori da questa dipendenza mentale, sono gli altri le persone intorno a noi, a farci sentire inadeguati. Loro, che hanno accolto e condividono (volenti o nolenti) gli stereotipi di cui sopra, si sentono in diritto e quasi in dovere di additare il "diverso", il "brutto", in questo caso il grasso.
La magrezza è solo uno degli aspetti di cui parla questo fumetto, e anche se è il più importante non è l'unico.
Si parla soprattutto di rapporti sociali, e di come l'essere umano abbia bisogno di sentirsi migliore di qualcun altro per sentirsi realizzato. Abbiamo bisogno di controllo.

La protagonista non sceglie di dimagrire perché si sente male nel proprio corpo, per interrompere un disturbo ossessivo-compulsivo dannoso, per liberarsi da una dipendenza psicologica, né per un qualsiasi altro motivo davvero autonomo e ragionato. Vuole perdere peso perché si giudica talmente brutta da non meritarsi un ragazzo. Insomma, vuole dimagrire perché sogna un'utopica felicità che arriverà, come per magia, dopo essersi liberata dei suoi trenta chili di troppo.
Il ragazzo invece, dal canto suo, è una persona orgogliosa, ma dalla personalità anonima e poco incisiva. Anche nell'aspetto non è né bello né brutto. L'unica soddisfazione che ha è tenere sotto controllo Noko, impedendole di dimagrire così non lo lascerà mai (perché chi altro potrebbe mai volere una ragazza grassa?). Riversa su di lei il proprio bisogno di controllo, e se la tiene stretta perché in fondo non pensa di poter controllare nessun altro all'infuori di lei, e il suo orgoglio ha bisogno di essere costantemente alimentato.
Altro personaggio importante è Tachibana, una delle colleghe della protagonista, bellissima e provocante. E' al contempo un'antagonista e un modello da seguire. Priva di reali soddisfazioni, gode nel far star male le persone che lei giudica "inferiori", e non perderà occasione di tormentare Noko. La quale, una volta decisa a dimagrire, la prenerà come modello di riferimento, perché "è bellissima".
Sono loro i punti focali del racconto, ma c'è anche un carosello di personaggi che vanno e vengono, e tutti, o quasi, hanno in comune la stessa cosa: non sono personaggi positivi.
Sono persone grette, superficiali, ignoranti e insoddisfatte, esattamente come la nostra protagonista, pedine grigie della società moderna che, incapaci di comprendere quali siano i valori sani del vivere, prendono in prestito quelli più facilmente comprensibili e alla portata di tutti.
La protagonista, come del resto tutti gli altri, non subisce alcuna evoluzione durante il racconto. E' gente comune (non nel senso che sia normale una mentalità simile, ma nel senso che gran parte della gente è purtroppo così), anonima, che rincorre valori poveri e non pensano nemmeno per un attimo di stare sbagliando. E senza ammissione dell'errore non esiste crescita.

Il disegno, così come il tema trattato, non è gradevole. E' tipico dell'autrice, nervoso, scarno, frammentario. Al tempo stesso è vibrante di energia, ed è perfetto per un'opera simile: in pochi tratti racchiude la bruttura dei personaggi, più interiore che esteriore. Le tavole sono dominate da grandi quantità di bianco, con contrasti di nero pieno visivamente molto forti, che riescono a trasmettere una vaga sensazione di disagio.
Tra tema, disegno, personaggi e trama questo fumetto è una perla di realtà cinica, terribilmente reale e amaro. non sono simpatici i personaggi, non sono simpatici i disegni, così come non è simpatica la società nella quale viviamo, società che ci spinge all'insoddisfazione e ci fa aspirare a cose che noi per primi idolatriamo come garanti di felicità. Quando infine otteniamo queste cose, scopriamo che sono solo feticci, e riversiamo la frustrazione su altro, spesso su altre persone, che a loro volta ripeteranno l'operazione su terzi, rinnovando il circolo vizioso di questo mondo storto.
E, come ultimo messaggio (perché il cinismo non è mai troppo), l'autrice ci fa vedere come in fin dei conti, se qualcuno ti vuole tormentare non ha bisogno di prendersela con il tuo aspetto fisico. Se la gente vuole fare la stronza, trova il modo di farti impazzire, magro o grasso che tu sia. Il rispetto e la felicità si conquistano in ben altro modo.

Tutta l'opera è un viaggio deprimente nel mondo dell'insoddisfazione personale. Deprimente non in quanto si arriva a provare pena per la protagonista e per la sua "sfortuna" (che metto tra virgolette, perché in buona parte se l'è creata da sola), ma perché gran parte di quello che viene narrato è tristemente vero.
La gente non ha più tempo e voglia di tuffarsi in profondità nel mare della vita per pescare le perle, si accontenta di quello che galleggia in superficie.E tutti sappiamo cosa galleggia benissimo, sull'acqua. Il problema è quando ci viene propinata come oro colato.
Consigliato a chi cerca il fumetto d'autore, a chi è stanco delle storielle edulcorate sull'amore e sull'amicizia, a chi si sente cinico, a chi si sente realista, agli insoddisfatti, a chi ha voglia di una secchiata gelida di realtà, a chi è disposto a fermarsi a riflettere un attimo.
E a tutti gli altri.

Torta allo yogurt

Facile e.... mmmmmorbida

Stasera si torna in cucina con un dolce che faccio fin troppo spesso, ovvero al torta allo yogurt. A dire la verità, siccome sono stufo di cercarmi ogni volta la ricetta in internet, me la scrivo sul blog.
Questa ricettina è adatta davvero a tutti, non serve nemmeno una bilancia per dosare gli ingredienti. Vi basterà usare un vasetto di yogurt come unità di misura.
Essendo un dolce dal sapore neutro e dalla consistenza soffice e spugnosa, è eccellente inzuppato nel latte la mattina, e piacerà sia a chi non ama le torte eccessivamente dolci che agli amanti del "dolce che più dolce non si può": basterà farcirla o guarnirla con zucchero a velo, miele, cioccolato, marmellata, panna o crema.

Vi serviranno:
  • 1 vasetto di yogurt bianco da 125g
  • 2 vasetti di zucchero
  • 3 vasetti di farina
  • 3 uova
  • una bustina di lievito
  • una noce di burro
  • un pizzico di sale
In una ciotola mettete uova e zucchero e sbattete il tutto finché non otterrete un composto soffice e pieno di bolle. Le uova intere non "montano" come i soli albumi, ma comunque potete riuscire a farli gonfiare un bel po'.
Fate fondere il burro e mettetelo da parte.
Aggiungete pian piano lo yogurt a uova e zucchero, mescolando sempre nello stesso senso, con delicatezza, altrimenti si smonta tutto.
Ora che il burro non sarà più troppo caldo, incorporatelo al resto dell'impasto.
Setacciate insieme farina e lievito e aggiungeteli al composto, sempre con manina leggera, insieme ad un pizzico di sale.
Lavorate il tutto finché non otterrete una crema liscia e totalmente priva di grumi. Se vi sembra troppo salda, aggiungte un goccio di latte.
Imburrate e infarinate una tortiera del diametro di massimo 22 centimetri e versatevi l'impasto.
A questo punto potete guarnirne la superficie a piacere. Io uso spesso delle fettine di mela, ma potete usare altra frutta non particolarmente acquosa e adatta alla cottura in forno (pere, banane, nocipesche particolarmente salde), canditi, uvetta, frutta secca o anche lasciare il dolce senza nulla, è buono anche così.
Cuocete in forno già caldo a 180° per 40 minuti.
Trascorso questo tempo, fate una prova con uno stuzzicadenti: provate a forare il centro del dolce. Se l'asta dello stecchino risulta umida, continuate la cottura per altri cinque minuti, e poi riprovate.
Attenzione: quando forate il dolce, non estraetelo dal forno. Se lo tirate fuori la cottura si interrompe definitivamente.
Una volta raffreddato, potete procedere a guarnirlo o farcirlo come più vi aggrada, sia spalmandoci qualcosa sopra che tagliandolo a metà per aggiungere uno strato dolcioso. Siate creativi.

Questo è tutto. E' facilissimo da fare e non potete combinare grossi danni. L'unico "inconveniente" sta nella necessità di montare le uova (io non sono mai riuscito a farlo a mano, e due anime buone mi hanno regalato uno sbattitore).
Ma una volta che si ha la pratica necessaria o appunto un marchingegno da cucina che faccia per noi il lavoro sporco, è una passeggiata.

St. Bernardus Abt 12

Questa signora birra sa il fatto suo
Ormai la sera fa fresco, c'è bisogno di una giacchetta, la gente si siede sempre di più all'interno dei locali piuttosto che fuori,  a me vien voglia di bere qualche birra dal sapore un po' più deciso.
Così ieri mi sono buttato su una bottiglia di St. Bernardus Abt 12, sperando per il meglio. E' una birra di abbazia rifermentata in bottiglia e invecchiata almeno tre mesi prima della messa in commercio.
Ha un insolito colore ambrato, carico a tal punto da risultare marrone (pur restando una birra di abbazia), e il rispettabilissimo tenore alcolico del 12%. Quindi se non ci state attenti vi troncherà le gambine in men che non si dica.
La schiuma è cremosa, abbondante, mediamente persistente e piacevolissima. E' necessario aspettare qualche minuto, prima della degustazione, per far prendere aria al prodotto e lasciare che sprigioni tutti i suoi profumi.
Non va consumata fredda, meglio de dagli 8 gradi in su: versatela in un bicchiere ampio (meglio un baloon), lasciatela lì per un po', e iniziate avvicinandola "di naso".

La personalità di questa birra si fa sentire fin dall'odore. Infatti ci invaderà il naso con un miscuglio di profumi che includono frutta autunnale, malto ben tostato, grano maturo, frutta secca, note leggermente affumicate e un fine sentore alcolico.
Mescolati insieme creano un profumo complesso che ci mette già nell'ordine di idee di avere a che fare con una birra saporita e corposa.
All'assaggio si rivela essere discretamente frizzante e speziata, facendo pizzicare gradevolmente la punta della lingua.
Subito dopo le nostre papille gustative verranno bombardate da un sapore incredibilmente complesso e pieno. Sentiremo subito il sapore corposo del malto, al quale saranno accostati una miriade di sentori secondari che rendono questo prodotto estremamente difficile da descrivere.
Innanzi tutto, non è una birra particolarmente amara, ma è lungi dall'essere dolce. Ha un sapore pastoso che si attacca a lingua e palato. Sorprendentemente il tono alcolico passa in secondo piano, lasciando spazio ad aromi di frutta secca, fichi, miele, il tutto accompagnato da un caratteristico sapore dolce in partenza ed amaro sul finale tipico del caramello.
Dopo il gusto complesso e fruttato, anche il retrogusto che si lascia dietro è persistente e non particolarmente fresco. Lascia infatti in bocca un sapore che ricorda quasi il ferro, penso che molti non gradiranno.
E di nuovo ci troveremo spiazzati nell'avere in bocca una sensazione che non sapremo se definire amara o dolce visto che, oltre a questo sapore ferroso, troveremo un sapore erbaceo e amarognolo che si confronta con qualcosa che somiglia alla banana.
Nel complesso non è una birra particolarmente dissetante e piuttosto pesante, non tanto per il tenore alcolico (anche se vi assicuro che dopo un paio di bicchieri si farà sentire di prepotenza), quanto per il suo essere così saporita e difficile da approcciare.

Ad una birra con un carattere del genere bisogna accostare un cibo che sappia il fatto suo. Via libera alla selvaggina, alle carni rosse, agli spezzatini e ai brasati. Ottima anche con formaggi molto stagionati o piccanti. Secondo me si addice bene anche a verdure molto saporite e ben condite, come melanzane, peperoni e cipolle in umido o al forno.
La sconsiglio invece con la pasta e con i dolci.

La consiglio agli amanti dei sapori strutturati e marcati e a coloro che bevono gustando e non tracannando.
Se dovessero chiedermi di dire in poche parole di cosa sa questa birra, direi che sa di autunno. Più precisamente di bosco autunnale, sia nell'odore che nel sapore.
E' una birra bonaria che ispira calore e simpatia, come un falò in pieno ottobre sul quale arrostire le castagne o un frate bonario e ciccione da novella medievale.
Come già detto si può bere durante i pasti, con i giusti abbinamenti, ma per quel che mi riguarda la ritengo più che altro una birra da "meditazione", da sorseggiare in autunno o in inverno, senza fretta.

Capelli grassi

Non sono nè belli da vedere nè piacevoli da avere in testa
Non so voi, ma per me i capelli grassi sono una piaga costante. Lavarsi i capelli oggi e il giorno dopo avere l'aspetto di chi non vede la doccia da una settimana (in puro stile "Severus Piton") è frustrante. Terribile.
Dato che non penso di essere l'unico, do anche a voi qualche consiglio in merito.
Il fenomeno dei capelli grassi spesso non è costante, ma viene e và un po' quando vuole, e ci sono dei metodi naturali che anche se non lo risolvono alla radice lo alleviano un bel po' e ve ne liberano più in fretta.

Innanzi tutto, cos'è esattamente questo fenomeno? E' una produzione eccessiva di sebo, una sostanza oleosa presente naturalmente sul cuoio capelluto, che ha il compito di nutrire e proteggere i capelli. Se in testa ne abbiamo troppo, ecco che abbiamo i capelli "grassi": appesantiti e dall'aspetto unto (ricordiamoci infatti che il sebo trattiene le schifezze con cui viene a contatto, come polvere, smog e fumo), non sono un bel vedere.

Le cause di questa produzione anomala possono essere diverse:
  • ormonali: eccesso di testosterone (nei maschietti, specialmente durante l'adolescenza) o di estrogeni (nelle signorine durante il ciclo o se assumono la pillola);
  • genetiche: c'è chi i capelli grassi li eredita, c'è poco da fare;
  • inquinamento atmosferico: lo smog ai capelli bene non fa;
  • shampoo di scarsa qualità: (vedremo poi);
  • alimentazione scorretta: si, quello che mangiate influisce i capelli;
  • stress: chi più chi meno.
Detto questo, cosa possiamo fare?
Senza andare in farmacia a spendere qualche centinaio di euro in prodotti chimici e fialette miracolose, ci sono molti accorgimenti utili a marginare questo fastidio.
E' da sfatare il mito che lavare spesso i capelli peggiori le cose, in quanto stimola la produzione sebacea. Non è il numero di lavaggi che ingrassa i capelli, ma la loro modalità e il tipo di prodotto usato.
Se avete i capelli grassi vanno più che bene bene lavaggi quotidiani, ma abbiate l'accortezza di scegliere un prodotto delicato: shampoo di scarsa qualità con alta composizione chimica risultano essere troppo aggressivi. Il cuoio capelluto viene privato della sua protezione in modo troppo radicale e reagisce con una produzione abnorme di sebo. E' quindi il prodotto a fare la differenza.
Munitevi di uno shampoo possibilmente naturale che porti la dicitura "delicato", e diluitelo comunque se necessario. Attenzione: i prodotti per bambini non vanno assolutamente bene. Anche se sono molto delicati a livello detergente, sono anche estremamente nutrienti per i capelli. Non vanno bene nemmeno per chi ha più di dieci anni e capelli normali, figuriamoci per chi li ha grassi.

Ora che abbiamo il prodotto giusto, vediamo come procedere ad un lavaggio il più efficace possibile.
Prima del lavaggio potete farvi (ogni tanto), una maschera di argilla sui capelli, che ha proprietà astringenti e depurative.
Versate in una ciotola una manciata d'argilla verde in polvere, mischiatela con dell’aceto diluito al 50% con acqua, in modo da ottenere una composto denso. Applicate ai capelli e lasciatela lì per una decina di minuti prima di sciacquare con acqua tiepida.
  • prima di entrare in doccia, fate un breve massaggio cutaneo, attiva la microcircolazione;
  • applicate lo shampoo in piccole quantità, non massaggiate eccessivamente e sciacquate senza lasciare in posa;
  • non fate un secondo lavaggio per evitare di stressare il cuoio capelluto (che reagirà producendo subito altro sebo);
  • fate un ultimo sciacquo con acqua fredda per tonificare i capelli;
  • iniziate ad asciugare con un asciugamano, non strofinando ma tamponando;
  • utilizzate il phon a temperatura media e non troppo vicino alla testa e senza soffermarsi troppo sulla stessa zona.
In natura poi troviamo numerose sostanze che possono darci una mano. Estratto di arancia, salvia, ginepro, betulla, edera e lavanda regolano la produzione di sebo e disinfettano in modo delicato la pelle: aggiungetene qualche goccia nel vostro shampoo (in erboristeria li trovate sotto forma di estratti o di olii).
Possiamo anche  "correggere" l'acqua con cui effettuare l'ultimo risciacquo.
Una mistura eccellente è olio di timo o rosmarino (poche gocce) mescolato ad un cucchiaio di aceto e limone, il tutto diluito in un litro di acqua. Tonifica i capelli chiudendone le squame e restringe i pori della pelle, rallentando la produzione di sebo.
Sempre per il risciacquo si può utilizzare un infuso di foglie di menta (anche un cucchiaio di collutorio analcolico diluito in un litro di acqua va benissimo), o tè freddo (mi raccomando gente, quello preparato in infusione, non quello istantaneo in polvere, a meno che non vogliate glassarvi i capelli con lo zucchero).
Tutte queste misture potete anche applicarle sui capelli asciutti, con un batuffolo di cotone imbevuto.

Ora che abbiamo visto cosa fare, concludo dicendo cosa sarebbe meglio invece evitare.
Come già detto, state attenti allo shampoo che scegliete, ma ne ho già parlato a sufficienza. Il phon ad alte temperature è ugualmente dannoso, in quanto fluidifica il sebo che va a spalmarsi su tutto il capello e risulta più appiccicoso.
Vi ricordo che meno andate a stuzzicare il cuoio capelluto, meglio è. Quindi cercate di non toccarvi troppo i capelli, massaggiare la testa, sfregarli con l'asciugamano e spazzolarli troppo.
A proposito della spazzola, prediligete pettini e spazzole in plastica o legno a denti larghi (sempre per il solito motivo, non stressare troppo la pelle o graffiarla).
I capelli grassi tendono inoltre a trattenere le sostanze con cui vengono a contatto.di nuovo, non toccateli troppo o ci aggiungerete anche il grasso cutaneo delle mani. Evitate i balsami (non hanno bisogno di essere nutriti ancora di più), gli olii (al di fuori delle poche gocce che come ho spiegato prima si possono aggiungere allo shampoo), il gel e la lacca. Anche fumare al chiuso è sconsigliato (ma in merito a questo mi dichiaro colpevole, lo faccio lo stesso).

E mi raccomando, un'alimentazione corretta, nel frattempo, non fa mai male.

Old Wild West

Se amate la carne e i prezzi ragionevoli vi piacerà di sicuro

Ieri sera ho fatto uno strappo alle regole vegetariane (che ultimamente causa scarsa forza di volontà seguo molto alla carlona), nonché accantonato la mia avverione verso tutto ciò che ha l'aria di essere americano, e sono andato all'Old Wild West di Padova. La mia ragazza, che smaniava da un po' per andarci, ha apprezzato.
Si tratta di un posto facilmente raggiungibile in auto, in zona Stanga, appena al di fuori dal centro di Padova: trovare parcheggio è davvero facile.
quindi, dopo aver preso la macchina, aver rischiato di restare a piedi causa benzina e aver parcheggiato proprio di fronte, abbiamo fatto una visitina a questo grande (e vistoso) locale.

Il locale è grande, disposto su due piani e arredato ovviamente in stile Far west, con mobili in legno scuro, bandiere americane e oggettistica varia come secchi, selle e corde. I toni predominanti sono quelli del giallo e del marrone, che creano un'atmosfera ospitale ma lungi dall'essere simile a quella di un pub: è un locale a tema che fa parte di una catena commerciale, e si vede. L'arredamento è si in stile, ma anche terribilmente kitsch... pazienza.

L'azienda è giovane, nasce nel 1995 e si sviluppa rapidamente. Il concetto di questa catena è di creare un locale a metà tra un fast-food e un ristorante. Devo dire che ci sono riusciti più che bene, mescolando un servizio rapido e alcuni piatti tipici da fast food con un ambiente curato e accogliente e accostandovi piatti che in un ordinario fast-food non si trovano.
E' sostanzialmente un locale per famiglie, con atmosfera tranquilla e musica commerciale: anche se i toni scuri e l'abbondanza di legno possono far pensare ad un pub, non è un posto dove andare a bere in compagnia, ma è adatto ad una cena tra amici o a un compleanno (offrono infatti un servizio per l'organizzazione di feste). Il locale accetta buoni pasto e offre anche servizio Take Away.

Il menù si divide in antipasti, hamburger, piatti di carne, insalate, contorni e dolci.
Come antipasti ci vengono proposti i classici da pub, come patatine, crocchette di pollo, anelli di cipolla fritti e via dicendo, con qualche stuzzichino diverso dal solito (come ad esempio le ali di pollo fritte e le tortillas farcite).
Dopo l'eventuale antipasto è arrivato il momento di dare un'occhiata alle portate principali: carni bianche o rosse, hamburger, cucina messicana e insalatone.
La cucina messicana ha una discreta varietà, ma ha poco di messicano, visto che non ci sono quasi piatti piccanti. Che a me non dispiace come cosa, ma molto messicano non è.
I vegetariani che vorranno ripiegare sulle insalatone invece rimarranno delusi: quasi tutte infatti contengono carne rossa o bianca. Ma sono comunque un'alternativa per stare più leggeri, a patto che ne scegliate una semplice.
Il punto forte del locale sono le carni, soprattutto quelle rosse. E devo dire che mi aspettavo molto peggio. Le costine che mi sono arrivate erano cotte a puntino, molto morbide, e la porzione più che abbondante, in relazione al prezzo.
Dando un'occhiata, le carni sembrano essere di buona qualità, e gli hamburger non hanno l'aspetto plasticoso di quelli da fast food. Attenzione alla salsa barbecue: se non la chiedete espressamente a parte ve la spalmeranno sulla carne.
Ma nel complesso la carne è davvero buona, per una catena di ristoranti a tema.
Anche i contorni sono vari, possiamo scegliere tra insalata, verdure grigliate, patate al forno e fagioli.
Infine, abbiamo una bella scelta di dessert che spaziano dalle creme, alle torte, ai brownies.
Da bere abbiamo la classica scelta di bibite, con prezzi nella media, e una discreta scelta di birre (anche qui, cosa non così scontata), che non ho potuto provare visto che poi mi sono dovuto mettere al volante. Ci sono anche i classici liquori e amari.
Il personale è giovane e disponibile e devo ammettere che il servizio è davvero veloce.

Come prezzi siamo su una fascia media (per le tasche del giovane medio). Se non siete dei mangioni andrete a spendere intorno ai 15-20€ a testa.

Insomma, se cercate un posto dove cenare bene e avete voglia di carne, l'Old Wild West è da prendere in considerazione. Non è un posto raffinato ma si mangia bene, a patto che non siate vegetariani... in quel caso dirigetevi decisamente altrove.

Old Wild West (Padova)
Apertura: tutta la settimana
Orario: 12.-15.30 / 18.30-00.30
Indirizzo: Via Venezia 53, 35129 (PD)
Telefono: 049 777125
Web: www.oldwildwest.it

Sciarpa in pelliccia (sintetica!)

Sintetico, mi raccomando, o vengo sotto casa vostra e vi mangio la faccia

Sono finalmente arrivate delle giornate più fresche, e a me è già venuta voglia di pensare a sciarpe e maglioni.
Lo so, è prematuro, ma non posso farci nulla: odio l'estate.
Adoro la stagione fredda. E una delle cose che mi piace di più dell'autunno e dell'inverno sono le sciarpe.
Si, lo so, parlare ora di sciarpe è prematuro, ma io metto in conto anche la pigrizia della gente. Se siete pigri quanto me e iniziate ora a lavorare su una sciarpa fatta a mano, sarà pronta a fine novembre, e sarà anche ora di usarla.
Premetto però che non sono uno sferruzzatore, lavorare a maglia non mi è mai piaciuto, preferisco cucire.
Quindi, oggi vi spiego come fare quelle sciarpe in pelliccia sintetica che sono terribilmente gaie ma a me piacciono tanto. In particolare, una sciarpa corta da portare infilata nel cappotto.
Quindi, procuratevi della pelliccetta sintetica (mi raccomando, SINTETICA), e possiamo cominciare.


Preparatevi due stampi da usare come cartamodello e ritagliate i rettangoli di stoffa.
  • A. La sciarpa vera e propria, 84cmx24cm
  • B. Il passante, 10cmx15cm


Cominciamo a lavorare sul passante.
  • 1-2. Ripiegatelo a metà nel senso della lunghezza, tenendo il lato con il pelo all'interno.
  • 3. Cucite seguendo la linea tratteggiata nera, poi rigiratelo, riportando il pelo all'esterno.



Fatti questi semplici passaggi, dobbiamo attaccare il passante alla sciarpa.
  • 4. Prendete la misura di metà della sciarpa, per lungo, e nella parte superiore fate due tagli lunghi 5 centimetri(secondo le linee tratteggiate nere), tenendo conto che:
a. è una lunghezza di 4-5 centimetri
b. è una lunghezza di 12 centimetri
  • 5. Infilate il passante nei tagli come in figura, tenendolo dalla parte del pelo.
  • 6. Fate una doppia cucitura ai lati di ognuno dei due tagli per assicurare il passante alla sciarpa (linee tratteggiate rosse).


E' ora di cucire la sciarpa vera e propria, abbiamo quasi finito.
  • 7. Ripiegate in due la sciarpa, nel senso della lunghezza, tenendo la parte pelosa (e il passante per dentro).
  • 8. Cucite il bordo (linea tratteggiata rossa).
  • 9. Rivoltate la sciarpa riportando il pelo per fuori
  • 10. Lungo il lato ancora aperto, ripiegate verso il dentro il bordo, facendo un risvolto.
  • 11. Fate una doppia cucitura (linee tratteggiate rosse) per chiudere e rinforzare l'estremità.
  • 12. Aggiungete qualche punto a x lungo la sciarpa per mantenerla piatta e fare in modo che mantenga una forma consistente.

Finito! E' davvero semplice, e potete sbizzarrirvi nel decorarla come più preferite. Io per ovvi motivi mi attengo alla tinta unita o al massimo alle righe, è già abbastanza gaia di suo.
Ovviamente non dovete per forza farla con la pelliccia sintetica, ma per un modello di questo tipo è la più indicata, in quanto è spessa e mantiene bene la forma.

Augustiner Edelstoff

L'equilibrio fatto birra

Vi ho recensito un paio di birre davvero particolari. Oggi faccio inversione di marcia e vi dico le mie opinioni su un prodotto molto più semplice ma che mi ha dato le sue belle soddisfazioni.
Ho avuto modo, pochi giorni fa, di assaggiare la Augustiner Edelstoff, una birra bionda tedesca. Ero alla ricerca di qualcosa di poche pretese, che si facesse bere facilmente,e non sono stato deluso.
Si tratta di una birra bavarese bionda, dal colore dorato brillante e dal tenore alcolico discreto (5,6%). La schiuma è bianca e persistente. A Monaco è una delle birre più quotate, e un motivo ci sarà.
Ho sentito diversi pareri discordanti, curiosando nel web: alcuni dicono che non sa da nulla, che non vale nemmeno la pensa di assaggiarla, che è un prodotto deludente. Penso che il segreto per godersela sia approcciarla senza aspettarsi un sapore miracoloso o un prodotto per veri intenditori.
E' una birra da pasto. E proprio per questo non ha nulla di spettacolare. Ma è questo suo essere gradevole e neutra che la rende speciale.

L'odore di questa birra è piacevole e non invadente: l'aroma leggero di lievito accompagnato da note speziate appena percettibili metteranno a proprio agio qualunque consumatore o appassionato. Insomma, è una birra che profuma di birra, un odore che tutti conoscono, ci assicura che non avremo brutte sorprese.
Al primo sorso rivela una consistenza piacevolissima. Vellutata e fresca, frizzante ma non troppo, questa lager non impasta la bocca e il primo sorso andrà giù in un attimo.
Il sapore si discosta dalla lager classica per il suo sorprendente equilibrio. Si sente chiaramente il malto, il cui gusto di per sè pastoso è bilanciato dal sapore erbaceo del luppolo, il tutto mescolato a sentori floreali che contribuiscono ad addolcirla.
Questo miscuglio di sapori e aromi ne fa una birra gradevole, relativamente dolce (per quanto resti una birra da pasto), che non vi attaccherà le papille gustative con prepotenza. Ha un sapore neutro, né amaro né dolce, piacevole e rinfrescante.
Il retrogusto è leggermente amaro (come ogni buona bionda da pasto che si rispetti), ma non invadente. Il sapore erbaceo del luppolo persiste abbastanza, ma non è affatto fastidioso.
Insomma, è una birra bionda che dietro ad una facciata comune nasconde un carattere ben preciso, al contrario di molte altre birre totalmente prive di personalità. E' il perfetto esempio di come una cosa semplice possa risultare interessante e niente affatto scontata. Tutto sta nel giusto equilibrio.

Oltre ad essere ottima, è anche versatile. Si abbina perfettamente alla pasta (soprattutto quella all'uovo, della quale smorza il gusto forte), alle zuppe, a carni bianche e rosse, alla pizza e a qualsiasi cibaria da pub (fritti, panini e compagnia bella).
Non è particolarmente indicata per il pesce, al limite la potete accostare a pesci particolarmente saporiti.
C'è chi la abbina anche ai dolci, ma io non mi sento di consigliarlo. Al massimo con dessert a base di frutta secca con un sapore deciso ma non stucchevole (quindi, niente miele, panna, cioccolato). Un buon esempio di un dolce di questo tipo è una torta alle nocciole o la "pinza".
Ed è anche ottima da sola visto che è davvero dissetante, da consumare fredda da frigo, possibilmente in compagnia, che non fa mai male.

Vi consiglio di darle una possibilità, e lo consiglio a tutti. Non è insapore o troppo leggera, e accontenterà gli amanti delle birre con un certo carattere, ma non è nemmeno troppo forte o saporita, e anche a chi piace una birra più semplice apprezzerà. Solo, prima di assaggiarla, mettetevi in testa che berrete un prodotto "semplice". Non è la birra che, una volta assaggiata vi farà pensare "cazzo, che buona!", ma è un'ottima compagna per una serata tranquilla.
Una birra adatta veramente a tutti insomma, ma lungi dall'essere scontata o anonima, ennesima riprova che i crucchi in quanto a birre la sanno lunga.

Brave

Questo non me lo potevo perdere

La Disney Pixar in questi anni ha sperimentato parecchio. E dopo un film con protagonista un robottino praticamente muto e un altro dove ad essere sotto i riflettori è uno scorbutico ottantenne, ha sfornato un altro lungometraggio unico nel suo genere: Brave.
Uscito in Italia pochi giorni fa con il titolo di "Ribelle - The Brave" (orrore), è un film pioniere nel suo campo, in quanto è il primo film Disney con una protagonista femminile assoluta. Per intenderci, ci sono cartoni animati che vedono il gentil sesso nel ruolo primario (come il recentissimo Rapunzel), ma la signorina di turno è sempre accompagnata da una spalla maschile con una presenza molto forte e c'è sempre di mezzo una storia d'amore.
In Brave no.
Io è dall'uscita del primissimo teaser trailer che lo tengo d'occhio, e mi sono precipitato a vederlo il giorno d'uscita stesso.
Devo dire che dai vari trailer la storia del film appariva confusa (almeno a me), e non avevo capito esattamente il soggetto. Ma me ne sono fregato, io amo i Celti e la Scozia e i kilt e le cornamuse, non poteva non piacermi. Ma a beneficio pubblico, ecco il soggetto in poche righe.
Merida è la figlia primogenita di un re scozzese che fa a guida a quattro diversi clan. L'equilibrio tra di essi è precario, e la pace è mantenuta solo grazie a matrimoni combinati per rinsaldare il legame di sangue tra i clan.
La regina è tutta la vita che sta preparando la figlia a quello che è il suo dovere primario: il matrimonio. Peccato che a Merida le lezioni di arpa, il canto, la recitazione, la storia, la bellezza e i vestiti interessino davvero poco: ha lo spirito battagliero e focoso del padre e appena può passa le giornate a cavalcare per la foresta e ad esercitarsi con l'arco.
Arriva il giorno in cui la ragazza deve scegliere lo sposo.Lei, che di matrimonio non ne vuole sentire parlare, offende i capiclan, litiga con sua madre e fugge.
Nel folto della foresta trova una strega e la convince a prepararle una pozione che cambi sua madre e il proprio destino, ma non ha la minima idea di quanto grossi siano i guai che sta per provocare.
La trama è bella e ben costruita, con tanti momenti divertenti e, in piena tradizione Disney, con gag accessibili a tutti e altre invece che saranno apprezzate da chi ormai è adulto.
I momenti umoristici sono ben bilanciati da quelli seri e infilati nella trama ad arte: non ci sono siparietti comici fini a sè stessi, oltre che a numerose citazioni a "La spada nella roccia"(che nostalgia).
Una curiosità: il film è in memoria di Steve Jobs, e uno dei capi clan è stato chiamato "Macintosh" (io ho riso davvero tanto, se non la capite peccato per voi).
L'animazione, inutile dirlo, è spettacolare: persone e animali, nonostante siano caricaturali, hanno movimenti fluidi e realistici, in particolar modo i cavalli. Sono meno stilizzati che nel precedente Rapunzel, e hanno una resa a dir poco spettacolare.
I toni del film si basano sul verde, grigio e marrone, catapultandoci direttamente nell'antica Scozia delle leggende, aiutati dalle musiche (non spettacolari ma comunque curate), ricche di flauti e cornamuse: l'atmosfera è garantita.
Dopo questa introduzione un po' qualunquista della quale mi interessava relativamente, passiamo al succo vero e proprio di questa recensione.

Qui in Italia il film ha sollevato una marea di critiche. C'è chi è arrivato ad affermare che Merida, la protagonista, sia lesbica o inciti le ragazze all'omosessualità.
Si è detto che questo film dà un modello comportamentale sbagliato di ribellione e che sproni le nuove generazioni ad andare contro la volontà dei genitori.
Io non mi capacito di dove abbiano visto messaggi del genere.
La morale del film è ben diversa: quella più immediata e banalmente riconoscibile a prima vista è che genitori e figli dovrebbero ascoltarsi di più a vicenda.
I figli dovrebbero essere più aperti al dialogo, senza bollare quelle che possono sembrare imposizioni prive di senso come "crudeltà", e senza dare per scontato che i genitori non possano capire perché "vecchi". Genitori che, dal canto loro, dovrebbero argomentare le proprie scelte, andando oltre il semplice "decido io perché ho più esperienza e perché è per il tuo bene", ed essere aperti verso le idee della controparte: non è detto che solo perché un figlio è giovane non possa avere voce in capitolo su un argomento.
Quindi per me il messaggio è chiaro: il dialogo aperto (da entrambe le parti) e la comprensione reciproca sono la chiave per evitare che la situazione degeneri.
Il secondo messaggio, un po' più nascosto, è anche più importante del primo, ovvero: una ragazza per essere felice e avere uno scopo nella vita non ha bisogno di un ragazzo.
E' una morale importante, soprattutto di questi tempi nei quali se una ragazzina arriva vergine in prima superiore è una perdente (Loooooser con la L maiuscola).
Vedo sempre più ragazzine e ragazze quasi ossessionate dall'idea di avere un partner accanto: ragazzuole care, non ne avete mica bisogno, ci sono tante altre cose nella vita che possono dare più soddisfazioni e meno rogne.
Merida, al contrario di quanto i polemici alla ricerca di doppi sensi si ostinino a sostenere, non vedo come possa essere lesbica. Se una ragazza non vuole sposarsi è per forza omosessuale o zitella? Siamo DAVVERO fermi ancora alla convinzione che lo scopo più alto di una donna siano il matrimonio e i figli, e se una non è interessata allora ha qualcosa che non va?
Oltretutto, la protagonista non rifiuta il matrimonio "perché no": non vuole che le si imponga uno sposo, vuole sceglierselo da se e comunque non in quel momento, perché non si sente ancora pronta.
Come già detto, è una morale a mio avviso estremamente positiva: ragazze, non trovatevi un fidanzato per moda, per tradizione, per un qualsiasi motivo che sia diverso dall'aver trovato al persona giusta. E se non arriva oggi, pazienza, arriverà domani. Non è il caso di farne un'ossessione o un dramma, perché non è l'avere o meno un partner che cambia la vostra vita o vi rende delle persone migliori.

Questo film d'animazione è andato controcorrente, proponendo un personaggio femminile totalmente diverso dalla principessa precedente (Rapunzel), o da tanti altri personaggi già emancipati a modo loro, ma ancora non così forti. Per citarne qualcuna, vi ricordo Jasmine che scappa di casa per evitare il matrimonio combinato ma che alla fine si innamora; Belle, intelligente e colta che comunque sogna il principe azzurro; Ariel che per inseguire il principe di cui si è innamorata finisce in un sacco di casini... e potrei continuare.

Brave resta fedele al suo titolo sotto tutti gli aspetti: non è solo Merida, è il film stesso ad essere coraggioso e a portare una ventata di novità nel panorama del modello femminile all'interno del cinema d'animazione, seguendo la naturale evoluzione delle morali "necessarie" per crescere un figlio con i giusti principi.
La nostra società si è evoluta ed era ora che anche il cinema d'animazione seguisse questa tendenza: ormai le principesse della vecchia generazione hanno perso la loro forza di insegnare ai bambini (e soprattutto alle bambine) che le guardano la giusta condotta da seguire. Semplicemente perché i tempi sono cambiati e l'ideale di vita si è trasformato nel tempo: una ragazza e una donna possono essere forti e indipendenti, senza avere un uomo al loro fianco e coltivando le passioni che più le attirano.
Ad ogni generazione le sue principesse insomma, e basta donne relegate in cucina.

Frutta e verdura - settembre

Questo mese tanta ottima, benefica, ipercalorica frutta secca

Ad agosto ho oziato un po' e ho fatto bellamente finta di non ricordarmi di compilare il calendario mensile di frutta e verdura. Ora rimedio e vediamo cosa ci propone settembre.
E' un mese interessante: a gran parte della frutta e verdura estiva ancora reperibile grazie alle varietà tardive, comincia ad affiancarsi quella autunnale. Fanno la loro comparsa mele, pere, uva e frutta secca in abbondanza. Oltre alle ultime chicche estive(siamo ancora in tempo per melanzane, pomodori e peperoni), cominciamo a trovare broccoli, zucche e porri.
A livello di varietà, settembre è un mese stupendo.

VERDURA DI SETTEMBRE

Broccoli
La raccolta vera e propria inizia ad ottobre, ma già da fine settembre è possibile trovare broccoli biologici e saporiti. Ricchissimi di sali minerali, vitamine e fibre, contengono anche sostanze utili alla salute della tiroide. Sono antitumorali, diuretici, emollienti, depurativi e prevengono l'anemia. Puzzeranno pure, ma fanno solo bene.
Apporto calorico per 100g: 27kcal

Carote

Le carote ci sono sempre, ma seguendo il corso della natura è alla fine dell'estate che viene effettuato il raccolto. Le migliori le trovate dunque dalla seconda metà di settembre in poi. Ovviamente sono ricche di carotene, ma contengono anche sali minerali, vitamine B1 B2 e C, oltre a sostanze diuretiche. Anticancerogene e antiossidanti, proteggono le arterie e rinforzano il sistema immunitario.
Apporto calorico per 100g: 35kcal

Cetrioli 
Ne avremo fino a fine mese. Ricchi di potassio, ferro, calcio e vitamine, sono anche pieni di acqua: ottimi per le diete, rinfrescanti, hanno un'azione depurativa e disintossicante sul nostro organismo.
Apporto calorico per 100g: 15kcal

Cipolle 
Ora troviamo le cipolle tonde e bianche, con un forte gusto e aroma ma facilmente digeribili. Ricche in sali minerali e vitamine, in particolare vitamina C. Aiutano la diuresi e la digestione, oltre ad avere azione antidiabetica.
Apporto calorico per 100g: 25kcal

Fagioli
Se li volete freschi e non essiccati, avremo diverse varietà fino ad ottobre (il fagiolo borlotto, levada e di Sorana invece solo fino a fine mese). Grazie all'alto apporto proteico, come tutti i legumi, sono un sostitutivo della carne nelle diete vegetariane. Abbassano il colesterolo, abbassano la glicemia e hanno proprietà lassative.
Apporto calorico per 100g: 105kcal

Fagiolini 
Ultimi fagiolini: se vi piacciono approfittatene, altrimenti dovrete aspettare fino al prossimo giugno. Oltre ad essere poveri di calorie, sono ricchi di vitamine e fibre. Sembra oltretutto che contribuiscano alla produzione, nel nostro organismo, di aminoacidi che aumentano la resistenza allo stress.
Apporto calorico per 100g: 20kcal

Finocchi
Ricomincia la raccolta del finocchio, che proseguirà per un bel po', fino a maggio. Depurativo, antiossidante e ipocalorico. Gran cosa per la salute e per la linea, insomma. Ripeto: a me fa schifo.
Apporto calorico per 100g: 15kcal

Melanzane 
Sta finendo la stagione delle melanzane, ma c'è ancora tempo fino ad ottobre. Da consumare esclusivamente cotte, sono depurative, antinfiammatorie e abbassano il tasso di colesterolo nel sangue. Da condire poco, specialmente con l'olio, visto che tendono ad assorbire le sostanze grasse.
Apporto calorico per 100g: 18kcal

Peperoncino
Per tutto il mese possiamo trovare peperoncini freschi di orto. Ha proprietà antitumorali (soprattutto previene il tumore alla prostata), accelera il metabolismo, regolarizza la circolazione e contiene vitamina C.
Apporto calorico per 100g: 26kcal

Peperoni 
Siamo ancora nel pieno della stagione dei peperoni. Ricchissimi di carotene e vitamina C, è meglio consumarli crudi (tanto son buoni lo stesso). Hanno effetto antiossidante e (parrebbe) pure antitumorale.
Apporto calorico per 100g: 19kcal

Pomodori 
Ne abbiamo ancora per tutto il mese, poi non li vedremo più fino alla prossima estate. Sono freschi, antiossidanti e migliorano al salute della pelle. Da recenti studi sembra che abbiano proprietà antitumorali (in particolare prevengono il cancro alle ovaie nella donna e quello alla prostata nell'uomo).
Apporto calorico per 100g: 19kcal

Porro
Verso fine mese iniziamo a trovare sulle bancarelle la varietà autunnale. Contiene vitamine, fibre, magnesio, silice... tutta roba buona. Ha proprietà toniche, diuretiche, lassative, antisettiche; abbassa il colesterolo, rafforza il sistema immunitario e aiuta la prevenzione di tumori. Tiene pulito l'intestino ed è utile per curare anemia, artrite e infezioni urinarie.
Apporto calorico per 100g: 30kcal

Ravanelli
Ultimi ravanelli, la cui coltivazione all'aperto è possibile solo nella bella stagione. Poche calorie, tante proprietà depurative e diuretiche, potassio, calcio, fosforo, vitamina B e C. Ottimo contro l'inappetenza e la tosse.
Apporto calorico per 100g: 12kcal

Rucola 
Sta finendo il periodo migliore per la coltivazione e la raccolta della rucola. E' ricca di ferro, vitamina C e calcio: aggiungetela abbondantemente a tutte le vostre insalate.
Apporto calorico per 100g: 16kcal

Sedano 
Inizia la raccolta della semina primaverile. E' rimineralizzante, depurativo e svolge un'azione calmante e antidepressiva sul sistema nervoso. Tonifica la pelle e diminuisce la pressione arteriosa.
Apporto calorico per 100g: 15kcal

Zucca
Fanno la loro comparsa le prime zucche, che ci terranno compagnia fino a novembre. Contiene betacarotene, itamine E, B e A, un sacco di minerali, aminoacidi e fibre. Contrasta i radicali liberi, protegge il sistema circolatorio e rallenta l'invecchiamento delle cellule. E' antitumorale, diuretica e leggermene sedativa, consigliata a chi soffre di ansia, insonnia o nervosismo. In caso di scottature o infiammazioni applicare la polpa della zucca sulla pelle è un ottimo "rimedio della nonna".
Apporto calorico per 100g: 18kcal

Zucchine  
Fino ad ottobre, e prima delle gelate invernali, sono ancora disponibili le zucchine. Hanno proprietà diuretiche ed antinfiammatorie sullo stomaco. Hanno poche calorie e sono ricche di potassio, che le rende perfette per rilassare chi soffre di ipertensione. Favoriscono il sonno e sono ricostituenti in caso di spossatezza fisica o mentale. Insomma, sono perfette per me.
Apporto calorico per 100g: 13kcal


FRUTTA DI SETTEMBRE

Arachidi
E' iniziata la raccolta delle arachidi, che continuerà fino a dicembre. Ricche di antiossidanti, oliii e proteine, sono indicate per la prevenzione delle patologie cardiovascolari.
Apporto calorico per 100g: 547kcal

Cachi
Faranno la loro comparsa verso fine mese. Zuccherini e ricchi di potassio, sono utili per combattere abbattimento e depressione. Rallentano l'invecchiamento delle cellule (aiutano contro l'acne!), rafforzano il sistema immunitario e depurano milza, pancreas e fegato. Hanno anche proprietà lassative (occhio).
Apporto calorico per 100g: 60kcal

Castagne
Anche per loro, inizieremo verso fine mese (ma per quelle migliori aspettate ottobre). Estremamente digeribili e ricche di fibre, combattono anemia e inappetenza. Hanno un sacco di minerali che danno una mano contro la stanchezza cronica, rinforzano i muscoli, aiutano la digestione e in caso di donne in gravidanza, prevengono malformazioni nello sviluppo del nascituro.
Apporto calorico per 100g: 180kcal

Fichi
Siete ancora in tempo per i fichi tardivi, che si trovano fino alla fine del mese. Contengono vitamina A, potassio, ferro e calcio: roba buona per le ossa e i denti, ma anche per la vista e la salute della pelle. Tutti sanno, inoltre che sono lassativi. Ma attenzione: contengono molti zuccheri.
Apporto calorico per 100g: 47kcal

Fichi d'India
Idem come sopra, li troviamo fino a metà mese, con un po' di fortuna fino alla fine. Contengono fosforo, calcio, vitamina C e zuccheri. Sono diuretici e facilitano lo smaltimento di calcoli renali, oltre ad abbassare il tasso di colesterolo nel sangue.
Apporto calorico per 100g: 53kcal

Lamponi
Ultimi lamponi, fino a fine mese. Questo frutto agisce come antinfiammatorio sulle vie respiratorie e previene i tumori intestinali. Rafforza le difese immunitarie.
Apporto calorico per 100g: 30kcal

Mandorle
Per tutto il mese verranno raccolte le mandorle. Sono ricchissime di proteine, vitamine e sali minerali. Sono energetiche, indicate in caso di denutrizione, convalescenza, stanchezza da lavoro o attività sportiva intensa. Abbassano il rischio di attacchi cardiaci e arteriosclerosi.
Apporto calorico per 100g: 575kcal

Melagrana (o melograno)
Solo dalla fine del mese vedremo spuntare le prime. E' ricchissima in sali minerali, vitamine e principi attivi che le hanno fatto guadagnare il nome di "frutto della medicina". Altamente antitumorale e antiossidante ha anche proprietà vermifughe e previene l'arteriosclerosi.
Apporto calorico per 100g: 65kcal

Mele
Da metà settembre inizia la raccolta delle mele. Troviamo la Annurca, la Renetta, la Red Delicious, la Gala, la Idared, la Kanzi e altre ancora. Antitumorali e antiossidanti, prevengono del 21% il rischio di contrarre tumori. Una mela contiene fruttosio facilmente assimilabile, abbassa il colesterolo dannoso e aumenta la produzione di quello benigno, apporta benefici alle vie respiratorie, previene malattie cardiache e cerebrali. Si sa che una mela al giorno....
Apporto calorico per 100g: 45kcal

Melone
Ultimissimo meloni, affrettatevi. Fino a metà mese, poi non ce n'è più per nessuno, li rivedremo la prossima estate. Ha proprietà diuretiche e antiossidanti (grazie alla vitamina A), aiuta la produzione di melanina (quindi aiuta ad abbronzarsi) e attenua gli stati depressivi. Abbassa la pressione arteriosa  e previene l'osteoporosi. Una goduria insomma.
Apporto calorico per 100g: 30kcal

Mirtilli
Per la prima metà del mese li troviamo ancora. Migliorano le difese immunitarie e la salute della pelle, placano disturbi intestinali e del fegato, rafforzano i capillari e diminuiscono l'affaticamento visivo e la vista in generale e ha pure proprietà antitumorali. E' un superfrutto.
Apporto calorico per 100g: 45kcal

More
Settembre è il mese ideale se vi piacciono le more. Hanno proprietà antitumorali, depurative, antireumatiche. Eliminano dal sangue il colesterolo "cattivo", aiutando la prevenzione delle malattie cardiovascolari e mantenendo le arterie pulite ed elastiche. Se ne trovate però, mangiatele in fretta: si conservano al massimo per due o tre giorni, in frigo!
Apporto calorico per 100g: 35kcal

Nocciole
Per tutto il mese si continuano a raccogliere nocciole. Contengono calcio, potassio, fosforo, manganese, rame, ferro, magnesio e altro ancora oltre a un sacco di vitamine e amminoacidi. Sono energetiche e consigliate a chi è in uno stato di convalescenza, spossatezza o pratica intensa attività fisica.
Apporto calorico per 100g: 600kcal

Noci
Dalla metà del mese in poi troviamo anche le noci. Contengono un sacco di antiossidanti e acidi grassi omega3, che prevengono i tumori (in particolare quello al seno). Tengono a bada i radicali liberi e puliscono le arterie, prevenendo l'arteriosclerosi. Attenzione però, sono ipercaloriche!
Apporto calorico per 100g: 582kcal

Nocipesche (o pesche noci, o nettarine, come preferite)

Trovate la varietà tardiva, disponibile fino a fine mese. Contengono potassio, fosforo, vitamina C e un sacco di acqua. Ricche di fruttosio, sono energetiche ma non caloriche.
Apporto calorico per 100g: 30kcal

Pere 
All'inizio del mese sono disponibili le Williams. Dalla seconda metà del mese troviamo le Kaiser e le Abate. Verso la fine mese maturano le Decana, le Passacrasana, le Spadona. Ce n'è per tutti. La buccia è ricca di fibre: pectina, una sostanza che contribuisce ad abbassare il tasso di colesterolo "cattivo" nel sangue e lignina, che assorbe acqua e previene tumori al colon. Ha proprietà antiossidanti e porta benefici a enti e digestione.
Contiene anche parecchi zuccheri ed è l'ideale per quando ci si sente spossati. Insomma, se siete giù di corda, fatevi una pera che vi passa.
Apporto calorico per 100g: 40kcal

Pesche
Pesche tardive, sono le ultime! Sono ricche di acqua e vitamina A e povere di calorie, hanno un'azione diuretica e depurativa. Insomma: l'ideale per qualsiasi dieta.
Apporto calorico per 100g: 30kcal

Pistacchi
Per tutto il mese pistacchi freschi per tutti. Come tutta la frutta secca abbassano il colesterolo maligno nel sangue e riducono il rischio di malattie cardiovascolari. Utili contro i radicali liberi e l'affaticamento del sistema nervoso, sono in grado anche di combattere infiammazioni, attacchi di batteri e funghi.
Apporto calorico per 100g: 600kcal

Prugne

Anche di queste ne abbiamo fino alla fine del mese. Tutti sanno che sono lassative, ma sono anche ricche di potassio, fosforo, calcio e magnesio. Sono in grado di bilanciare le diete troppo ricche di proteine, e hanno proprietà antiossidanti. Occhio però, sono piene di zuccheri.
Apporto calorico per 100g: 51kcal

Ribes
Ultimo mese per il ribes rosso e nero. Ha proprietà depurative e antinfiammatorie soprattutto per le vie urinarie. Irrobustisce i capillari fragili e il sistema immunitario, cura l'inappetenza ed è antiossidante.
Apporto calorico per 100g: 48kcal

Uva 
E' il mese perfetto per abboffarsi di uva. E' ricca di proteine B e A, abbassa il colesterolo maligno ed elimina l'acido urico, prevenendo la gotta.E' antibatterica, antiossidante, antinfiammatoria e antitumorale, contribuisce alla rigenerazione della pelle, alla salute ossea e pure a quella cerebrale. Che volete di più?
Apporto calorico per 100g: 60kcal

Stable Boy

Qualcuno ha detto Zelda?

Ho trovato questo giochino che definire squisito è dir poco, e lo condivido con voi.

E' un giochino dai comandi semplicissimi, mouse per muoversi, mirare,interagire, A per sparare, S per aprire lo -scarno- inventario.
Già questo fa del titolo un gioco che sembra sbucato direttamente dagli anni in cui i controller avevano un pad e due bottoni.
La grafica richiama l'ormai antico 8 bit, con pochi, semplici colori, pixel giganti e forme stilizzate. Ma non per questo la trovo brutta: è uno splendido esempio di pixel art che riesce ad essere contemporaneamente retrò, chiaro, espressivo e gradevole a vedersi. Insomma, in un mondo di giochi in flash con grafiche più o meno standardizzate e anonime, risalta di sicuro.
Anche gli effetti sonori e la musica sono perfettamente in sintonia con la grafica: se ai più giovani potrebbero sembrare fastidiosi, ai videogiocatori di vecchia data faranno un effetto nostalgico, in quanto sembrano uscire dritti dritti da un Game Boy.
Se proprio li trovaste insopportabili, niente paura, si può disattivare.

Fatta questa doverosa premessa su quello che fa di Stable Boy una perla di nostalgia, passiamo al gameplay e alla trama.

Come già detto, tutto si fa con il mouse e due tasti. Ma non per questo il gioco perde il suo fascino. Pur essendo incredibilmente intuitivo infatti, offre una buona sfida (completarlo non è così semplice!).
l'impianto di base è di esplorazione e ricerca, e i più smaliziati vedranno subito le volute somiglianze con i primissimi capitoli di Zelda.
Quindi dovremo parlare con i personaggi, cercare oggetti, scambiarli, uccidere mostriciattoli vari (per lo più a colpi di insalata -vi spiegherò poi-), esplorando un mondo limitatissimo, composto da una schermata principale e pochi ambienti secondari. E vi assicuro che dovrete frugare sotto ogni sasso.
Altra cosa stimolante è la progressiva comparsa di nuovi personaggi e interazioni man mano che si procede con il gioco.
E, a seconda delle scelte che faremo, saremo ricompensati con uno di quattro diversi finali.

Per finire vi parlo della trama. Eh si, la metto alla fine, strano ma vero, perché contiene l'ultimo punto fondamentale del gioco: lo humor.
Siete nei panni di uno stalliere che si è perso nei boschi: una volta tornati al vostro villaggio lo troverete saccheggiato e mezzo distrutto.
Ma siete solo uno stalliere, quindi la vostra missione principale non è di salvare il mondo, ma di recuperare il cavallo del vostro signorotto locale, che è fuggito.
E, nel frattempo, potete provare a scovare il colpevole e conquistare un po' di gloria.
Dimenticavo: avete un aspetto stupido, un cervello scarso e siete troppo deboli per maneggiare una spada. Il vostro intelletto e i vosti muscolli vi consentono di difendervi al massimo lanciando cespi di insalata agli avversari (tutti in cerca di mangiarvi la faccia). Buona fortuna, quindi.
Tutto questo lo rende una completa parodia di Zelda e del gioco di ruolo fantasy classico. Uno spasso.

Se siete della vecchia scuola, provatelo per un'iniezione di nostalgia.
Se siete invece più giovincelli provatelo lo stesso: non ve lo godrete al cento per cento, ma resta sempre un prodotto unico e curioso.